Occupa una cascina e allestisce una fattoria

di Valerio Morabito
Un Arca di Noè è spuntata nella cascina temporaneamente deserta
Un Arca di Noè è spuntata nella cascina temporaneamente deserta
Un Arca di Noè è spuntata nella cascina temporaneamente deserta
Un Arca di Noè è spuntata nella cascina temporaneamente deserta

Valerio Morabito Da mesi si erano trasferiti dalla Bassa a Roma per motivi familiari, ma le fatture per la fornitura di energia elettrica dell’utenza della loro casa patronale con annessa cascina continuavano ad essere salate nonostante l’immobile dovesse essere in teoria deserto. Facile immaginare la sorpresa e lo stupore della coppia di coniugi di Calcinato quando ha scoperto che a consumare l’energia era una piccola, ma agguerrita colonia di animali da cortile che si era insediata nella loro proprietà. GIÀ, PERCHÈ A LORO insaputa la loro cascina era stata occupata abusivamente da un «hobby-farmer», ovvero un appassionato di allevamenti amatoriali che aveva trasferito negli spazi coperti dell’abitazione rurale capre, galline e anatre. A scoprire la «singolare» violazione di domicilio sono stati i carabinieri che dopo la segnalazione dei proprietari hanno svelato l'arcano dei consumi energetici «fantasma» legati appunto all’attività di allevamento. La vicenda ha avuto risvolti complessi e per certi versi inaspettati: la ricognizione dei tecnici del servizio veterinario della Ats ha appurato che gli animali erano in ottimo stato di salute, non erano stati sottoposti a maltrattamenti e presentavano una tracciabilità, ovvero era definita la loro provenienza legale. CAPRE E VOLATILI sono state poste sotto sequestro e affidate in custodia giudiziaria all’albanese in attesa degli sviluppi giudiziari del caso. I proprietari del cascinale venuti a conoscenza della situazione non hanno ancora deciso se denunciare l'allevatore «fai da te». Da parte sua il 40enne si è giustificato spiegando di non aver mai forzato delle porte per entrare nel fabbricato rurale, ma di essere sempre passato da una fenditura nella recinzione. Resta tuttavia il danno provocato dall’impiego fraudolento dell’energia elettrica poi accreditata ai proprietari. Alle forze dell’ordine, l’albanese residente da moltissimi anni a Calcinato, ha anche detto di aver semplicemente voluto utilizzare un immobile vuoto. In verità la cascina è stata messa in vendita in passato, ma attualmente i proprietari sembrano interessati a tenerla. La vicenda riporta alla ribalta la questione dello spopolamento degli edifici rurali nella Bassa Bresciana, un patrimonio che rischia il declino considerato che moltissime cascine rimaste senza inquilini corrono il pericolo di finire ostaggio del degrado. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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