È partita la corsa all’acqua della terraferma

Montisola investe per un acquedotto alimentato dalla terraferma
Montisola investe per un acquedotto alimentato dalla terraferma
Montisola investe per un acquedotto alimentato dalla terraferma
Montisola investe per un acquedotto alimentato dalla terraferma

Montisola alimenta il suo acquedotto pescando dal lago d’Iseo, a 50 metri di profondità, ma ha scelto di cambiare fonte di approvvigionamento rifornendosi quanto prima di acqua dalla terraferma. Un colpo di acceleratore in questa direzione è la decisione di Acque bresciane di affidare all’azienda Geomarine srl di Senigallia, Ancona, l’incarico di effettuare una serie di rilievi batimetrici nel braccio di lago che separa Sulzano da Peschiera Maraglio. Conoscere nel dettaglio la conformazione e la natura del fondale consentirà all’ingegner Mauro Olivieri, direttore tecnico di Acque bresciane, di elaborare la progettazione esecutiva del collettore idrico che vi sarà posato e che non dovrà interferire con i sottoservizi che già ci sono: la condotta fognaria e i cavi dell’elettricità e del telefono. A giorni un’imbarcazione della Geomarine srl con a bordo la strumentazione necessaria entrerà in azione tra Sulzano e Peschiera Maraglio. A fine mese consegnerà i risultati della sua indagine. «A primavera conterei di assegnare l’appalto per la posa del collettore subacqueo», si sbilancia Olivieri. L’opera sarà finanziata per metà da Acque bresciane e per l’altra metà dal Comune, che per chiudere questa partita utilizzerà i 600mila euro in arrivo dalla Regione all’interno dell’accordo di programma del dopo-Christo. Costo complessivo: 1,4 milioni di euro. Acque bresciane non ce l’avrebbe mai fatta a far fronte da sola all’intero investimento e i tempi si sarebbero dilatati a dismisura. Il sindaco Fiorello Turla ha sempre messo in cima alle sue priorità il miglioramento della qualità dell’acqua che scende dai rubinetti dell’isola e perciò, pur di far presto, ha deciso di destinare a questo scopo, a rigore non di sua competenza, il contributo regionale di 600mila euro. «L’acqua che circola nel nostro acquedotto è potabilizzata, ma la nostra fonte di approvvigionamento, il lago, è vulnerabile - spiega Turla-. Vogliamo metterci al sicuro facendo arrivare l’acqua da Sulzano». Al presente la rete idrica di Montisola, costantemente monitorata da AOB2 (ora confluita in Acque bresciane), Ats e Arpa, potabilizza l’acqua utilizzando ipoclorito di sodio, biossido di azoto e raggi ultravioletti. Il lago, però, potrebbe riservare delle spiacevoli sorprese. Nell’aprile 2013, ad esempio, una piena dell’Oglio, rimescolando i sedimenti sul fondo del Sebino, ha rimesso in circolo, come poi certificato dall’Arpa, metalli pesanti quali il ferro, il boro e l’alluminio. Anche le alghe unicellulari potenzialmente tossiche hanno più volte messo a dura prova l’impianto di potabilizzazione montisolano. • G.Z.

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