A Zone sboccia un fiore raro ogni due abitanti

di Giuseppe Zani

Il monte Gölem è un rigoglioso giardino naturale, ma la flora spontanea più rara cresce sulle asperità della vicina Corna Trentapassi. Ottanta diapositive dei fiori che si possono incontrare dai 500 metri di altitudine delle piramidi d’erosione sino ai quasi 2000 metri del monumento al Redentore sono state proiettate nei giorni scorsi nella sala civica di Zone per iniziativa della biblioteca comunale. Immagini tratte dal file che, prodotto da tre appassionati di botanica e fotografia, è stato caricato sul sito del Comune di Zone affinché tutti ne possano usufruire.

«SUL SITO COMUNALE sono stati censiti e catalogati 350 fiori, noi ne abbiamo classificati altri 100 e entro la fine dell’anno contiamo di arrivare a quota 500 specie», ha annunciato Danilo Berardi, innamorato come tutti gli zonesi del suo paese, parlando a nome anche di Rosanna Tamburlin, originaria di Belluno ma sposata nel paese delle piramidi di erosione, e di Adelina Marini, residente a Cortefranca ma ormai di casa a Zone. È dal 2013 che i tre amici, tutti e tre pensionati, stanno passando al setaccio il territorio che va dalle pendici alla cima del monte Gölem per catalogare tutti i fiori presenti. «All’inizio mi interessavano solo le specie rare, poi insieme a Rosanna e Adelina abbiamo deciso di fare una ricerca a tappeto - ha precisato Berardi-. È un lavoro che richiede molto tempo. Certi esemplari sfioriscono nel giro di qualche giorno e allora bisogna aspettare che l’occasione si ripresenti il prossimo anno. Talvolta c’è troppo secco o una gelata fuori stagione a inibire la fioritura. E poi non sempre c’è la luce adatta per scattare una bella fotografia».

NON SEMPRE È FACILE, soprattutto, dare un nome scientifico alle numerose famiglie e alle diverse varietà che fanno parte della stessa specie. I tre, precisi e scrupolosi come si conviene a dei ricercatori, si sono iscritti a un forum sul web e sono in contatto con esperti di botanica coi quali si scambiano immagini e informazioni. Quando anche il più piccolo dubbio è fugato, viene compilata la scheda botanica, che di ogni fiore fornisce il nome latino, il nome italiano (talvolta i presenti in sala bisbigliavano tra di loro pure il nome dialettale), la famiglia di appartenenza, la data e il luogo del ritrovamento, il periodo di fioritura e le caratteristiche più curiose. A corredo, fotografie semplicemente stupende: ritraggono il fiore sia a distanza ravvicinata, da diverse angolazioni, sia sullo sfondo del contesto circostante, in cui qua e là compaiono il lago e Montisola. Rara ormai è la stella alpina, molto raro il pruno pado tipico, rarissimo il rododendro cistino nano, a rischio di estinzione la saxifraga spinulosa.

«IN UN PRIMO TEMPO ci era pure venuta l’idea di creare un sentiero dei fiori, sul modello che quello allestito nella Bergamasca - racconta Danilo Berardi-. Ma poi ci ha frenato il pensiero che gli escursionisti possano coglierli, i fiori, anziché limitarsi ad ammirarli e fotografarli. Senza contare che gli esemplari più rari si trovano sulle creste rocciose, in punto parecchio impervi e pericolosi. Meglio lasciare le cose come stanno». Offrendo a tutti la possibilità di consultare sul web il tesoro custodito nel «santuario» botanico di Zone culla di 500 specie, praticamente una ogni due abitanti.

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