Acquedotto da demolire La mega gru è già al lavoro

di M.MA.
La gru a fianco dell’acquedotto
La gru a fianco dell’acquedotto
La gru a fianco dell’acquedotto
La gru a fianco dell’acquedotto

Costerà più a demolirlo di quanto è costato a costruirlo. È la strana storia dell’acquedotto di via Ricci, a Chiari. In disuso ormai da tempo, e realizzato circa 40 anni fa, lo storico manufatto è in fase di smantellamento con un’operazione a cura di Aob2 che ha dell’impressionante. PER L’INTERVENTO è stata infatti coinvolta una task force senza precedenti, con una gru che misura oltre trenta metri e che ha un costo giornaliero di circa 5 mila euro. Il tutto per evitare una demolizione con micro-cariche o con caterpillar che sarebbe troppo pericolosa per i residenti, visto che siamo nel cuore di un quartiere residenziale. Di qui la decisione di «smontare» pezzo a pezzo il manufatto. Il costo finale dell’operazione è superiore ai 100 mila euro ed è a carico di Aob2. Ma perché viene demolito l’acquedotto? «Il termine acquedotto non è esatto - spiegano in Comune - Ormai queste grandi torri non sono più acquedotti, visto che la diffusione è affidata a pompe alimentate elettricamente. Per questo motivo tali manufatti sono ormai inutili e obsoleti». Da qui la decisione di demolire il vecchio acquedotto, che nei primi anni Novanta fu al centro di una disputa nata dall’idea di utilizzarlo come trampolino per le antenne radio della telefonia. L’installazione dei ripetitori non andò in porto, anche se la Giunta di allora ricordò che non si trattava più di un acquedotto operativo. Lo smantellamento si concluderà entro un paio di settimane per una durata complessiva dei lavori di circa un mese. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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