Agguato
a colpi di pistola
al campo nomadi

di Giancarlo Chiari
I carabinieri stanno indagando sull’agguato a colpi di pistola
I carabinieri stanno indagando sull’agguato a colpi di pistola
I carabinieri stanno indagando sull’agguato a colpi di pistola
I carabinieri stanno indagando sull’agguato a colpi di pistola

Resta per ora un giallo l’agguato a colpi di pistola che lunedì pomeriggio ha avuto come teatro il campo nomadi nei pressi del cimitero di Cazzago. Un 40enne è stato raggiunto alle gambe da due proiettili sparati a distanza ravvicinata.

IL FERITO È STATO accompagnato al pronto soccorso di Chiari da un gruppo di parenti. Sottoposto a un delicato intervento chirurgico per l’estrazione delle ogive, il 40enne di etnia rom non è in pericolo di vita. Ai carabinieri che lo hanno ascoltato ieri non ha saputo o più probabilmente voluto svelare il nome della persona che lo ha gambizzato. Lo stesso atteggiamento è stato mantenuto dai parenti e dagli amici del ferito. La pista imboccata dalle indagini è quella di un regolamento di conti, ma per gli inquirenti sarà difficile scalfire la cappa di omertà che vige fra i nomadi. I carabinieri di Cazzago e i colleghi del nucleo investigativo della Compagnia di Gardone Valtrompia stanno scavando nel passato del 40enne e dei suoi familiari.

SEMBRA PLAUSIBILE Che l’agguato sia maturato nel sottobosco delle faide tra clan di nomadi. L’unica certezza è che attorno alle 15,30 di lunedì il ferito è stato ricoverato all’Obi, il centro di osservazione breve intensiva dotato di sei posti letto monitorati 24 ore al giorno, a supporto del pronto soccorso, entrato in funzione da poco al «Mellini».

LE CONDIZIONI del 40enne, che aveva perso molto sangue, prima di arrivare al pronto soccorso, sono state accertate dall’équipe, che dopo averlo stabilizzato lo ha avviato in sala operatoria. Il chirurgo ha estratto dalle gambe due proiettili, poi consegnati ai carabinieri che hanno avviato le indagini. Interrogato in ospedale il ferito ha fornito risposte vaghe, trincerandosi dietro una una serie di «non so» e «non ricordo». I militari hanno effettuato un sopralluogo al campo nomadi dove, più volte in passato, si erano verificati episodi al limite alla ricerca di indizi. I carabinieri hanno posto domande a tutte le persone alloggiate in roulotte e camper. Tutti come un mantra hanno risposo: «Non ho visto nulla». Nonostante le ricerche, non sono stati trovati bossoli, nè l’arma l’arma, probabilmente una pistola calibro 22. Qualcosa elemento utile a risolvere il giallo potrebbe arrivare dall’esame balistico dei proiettili.

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