Armi da guerra,
caccia alla
provenienza

di Davide Vitacca
L’arsenale sequestrato, in primo piano le due potenti Mg. Sullo sfondo la cassa con le insegne nazisteNumerese pistole e fucili mitragliatori tra le armi sequestrate
L’arsenale sequestrato, in primo piano le due potenti Mg. Sullo sfondo la cassa con le insegne nazisteNumerese pistole e fucili mitragliatori tra le armi sequestrate
L’arsenale sequestrato, in primo piano le due potenti Mg. Sullo sfondo la cassa con le insegne nazisteNumerese pistole e fucili mitragliatori tra le armi sequestrate
L’arsenale sequestrato, in primo piano le due potenti Mg. Sullo sfondo la cassa con le insegne nazisteNumerese pistole e fucili mitragliatori tra le armi sequestrate

Manca un tassello importante: la provenienza delle armi dell’arsenale scovato dai carabinieri tra Franciacorta e Valle Camonica. Due le persone arrestate finora, due cognati, ma gli inquirenti stanno vagliando altre posizioni coinvolte in una vicenda con troppo lati oscuri. DI CERTO c’è solo il sequestro di armi da guerra, in particolare due pericolosissime MG, mitragliatrici pesanti, e poi fucili mitragliatori, numerose pistole, insieme a munizioni e polvere pirica. Non bastasse, sulla cassa che conteneva alcune armi compare la svastica nazista, aggiungendo un ulteriore elemento di inquietudine. La detenzione di quelle armi costituisce per gli specilialisti del settore «un pericolo per l’incolumità collettiva e controproducente per gli stessi proprietari», indipendentemente dalla buona o cattiva fede di chi li custodisce. La tesi del collezionismo sostenuta dagli imputati a propria difesa non convince del tutto Marco Merlo, curatore del Musei delle armi «Luigi Marzoli» di Brescia e tra i pochi esperti a operare sul territorio nazionale. Il responsabile della collezione del Castello non si stupisce davanti all’elenco degli oggetti «altisonanti» scoperti nel corso della perquisizione. «Si tratta di armi tutt’altro che rare, specialmente in contesti che sono stati in passato teatro degli scontri tra le forze d’occupazione nazifasciste e le formazioni partigiane. Spesso provengono da nascondigli dimenticati e chi le trova, per esempio cacciatori, le conserva senza dir nulla credendo di saperle gestire» ha spiegato Merlo. E proprio qui sta il problema: «Non funzionano come la doppietta del nonno che si tiene in cantina, perché hanno un sistema di carica diverso dalle armi attuali e perché eventuali proiettili contengono un differente dosaggio di polvere da sparo». Lo stesso vale per la polvere pirica, sostanza rinvenuta accanto ai mitragliatori Mg di fabbricazione tedesca e ai fucili mitragliatori Mab - Beretta: «Tenerla in casa è una follia, basta una scintilla o un errore umano per provocare un esplosione dal potenziale altamente distruttivo», ha aggiunto Merlo. Quanto al valore economico dei congegni, non si può in alcun modo parlare di cifre tali da giustificarne l’acquisizione attraverso il mercato clandestino. «Sono armi che qualsiasi collezionista può comprare legalmente a prezzi accessibili o quantomeno ragionevoli. E sul mercato ce ne sono in abbondanza. Un fucile Carcano si trova anche a 60 euro. Mentre per quanto possa essere raro, un Mg non arriverà mai a costare più di un migliaio di euro. Quindi non avrebbe senso rischiare accuse così pesanti per un risparmio risibile», ha fatto notare Merlo. Sulla minaccia rappresentata da questo arsenale si esprime anche Valter Piccoli, direttore del Banco nazionale di prova per le armi di Gardone Val Trompia: «Secondo quanto riporta l’articolo 1 della legge 110 del 1975, rientrano nella categoria della armi da guerra tutte quelle a cui viene riconosciuta la spiccata potenzialità offensiva e che per tale ragione sono destinate alle truppe», ha precisato, rammentando che nel gruppo sono comprese tutte le armi che sparano raffiche e non singoli colpi. Se la detenzione non denunciata costituisce di per sé reato, il fatto che siano da guerra costituisce un’aggravante. «Per entrare nel circuito collezionistico devono essere sempre disattivate. Se funzionanti possono essere possedute, ad esempio, solo in virtù di un atto di successione». •

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