«Basta richiedenti asilo»
Il sindaco dell’accoglienza
ora si ribella al prefetto

Profughi al lavoro sui sentieri di Zone: il paese ne accoglie già venti
Profughi al lavoro sui sentieri di Zone: il paese ne accoglie già venti
Profughi al lavoro sui sentieri di Zone: il paese ne accoglie già venti
Profughi al lavoro sui sentieri di Zone: il paese ne accoglie già venti

Anche Zone, che già ospita 20 profughi, dice no all’arrivo di altri richiedenti protezione internazionale: «Abbiamo già dato - fa presente il sindaco Marco Zatti -. E più del dovuto. La prefettura ci ha prospettato di accoglierne altri quattro. Mi opporrò al loro trasferimento qui, piazzandomi in mezzo alla strada, se occorre».

ZONE sinora si era segnalato per la disponibilità mostrata ad accogliere e integrare gli africani alloggiati dalla prefettura nell’ex locanda «La lucciola», ora denominata Ostello Trentapassi, in paese: prima 12 giovani, poi 16, infine 20. Uomini che hanno un’età media di 20 anni e provengono dal Mali, dal Senegal, dal Gambia, dal Ghana e dalla Nigeria. La metà di loro è a Zone da circa un anno, l’altra metà è arrivata di recente.

Unica a protestare era stata la sezione locale della Lega Nord. La novità, adesso, è che è lo stesso primo cittadino a dire basta. Marco Zatti è da tutti conosciuto come persona pacata, equilibrata, incline per natura alla generosità. Nel 2013 si batté affinché il paese delle piramidi d’erosione adottasse un detenuto nell’ambito di un progetto di giustizia ripartiva concordato con il carcere di Verziano. Quando a Zone sono arrivati i primi profughi, nel 2014, per calmare gli animi Zatti ha scritto una lettera aperta ai suoi concittadini invitandoli a favorire un clima di rispetto e serenità. Più di recente, nel marzo scorso, Zatti ha dato avvio al progetto «Di buona volontà», che consiste nell’impiegare i 20 rifugiati in opere di pubblica utilità, in primis la pulizia e il consolidamento dei sentieri che salgono al monte Gölem e attraversano il «Bosco degli gnomi». Un esempio di integrazione a costo zero per il Comune, che si avvale anche di due operai zonesi in mobilità, e di un’educatrice professionale.

«UN PROGETTO che sta procedendo bene e penso sia apprezzato dai miei concittadini, i quali ritengono che l’ospitalità vada in qualche modo ripagata - precisa il sindaco Zatti-. C’è però una questione di equità: Zone ha una percentuale di profughi superiore alla media: il 2,5%. Nel Bresciano ci sono 206 Comuni, la stragrande maggioranza dei quali alza muri. Perché caricare pesi crescenti su chi ha cercato da dare il suo contributo? Non è giusto. Il rischio è che si avvelenino i rapporti all’interno di quelle comunità che si sono rese disponibili». G.Z.

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