Concerto di campane per rendere omaggio a Sant’Antonio Abate

di G.Z.
La chiesa di Sant’Antonio
La chiesa di Sant’Antonio
La chiesa di Sant’Antonio
La chiesa di Sant’Antonio

Le campane sono protagoniste della festa patronale di sant’Antonio Abate che chiude i battenti quest’oggi a Marasino. Meglio: protagonisti sono i ragazzi della più antica frazione di Sale Marasino che hanno cominciato a riempire l’aria di rintocchi festosi lunedì e continueranno a farlo fino alla giornata conclusiva. Ogni pomeriggio, dalle 15 all’imbrunire, un autentico martellamento si abbatte sui tetti del borgo pedemontano e, se il vento è a favore, gioca a rimbalzello sulla superficie del lago accorciando in un attimo le distanze con Montisola. Sono tre le campane della chiesetta che suonano «dè alegrèsa». A scatenarle, i ragazzi del vicinato. Salgono su tre rapidissime scale nella cella campanaria, collegano i tre battacchi a un marchingegno di leve e catenelle e iniziano - le mani protette da guanti e le orecchie da tappi - a pestare coi pugni sul trespolo artigianale che dispone di tre tasti di legno. Ne cavano giri di note che ricordano le filastrocche infantili. Sant’Antonio Abate, nell’iconografia tradizionale, è raffigurato col bastone da eremita, il maiale, il fuoco e il campanello. Stranamente sono due i campanelli che porta attaccati al bastone il sant’Antonio Abate d’epoca quattrocentesca che si può ammirare nella chiesetta a lui dedicata. Molto probabilmente l’affresco, forse di Giovanni da Marone, è all’origine della stravagante usanza di Marasino. A fianco della chiesa corre l’acciottolato dell’antica Valeriana. La sera si fa festa. Torneo di briscola e giochi, cena, intrattenimenti musicali. Oggi è in programma la tombola e la merenda e alle 15 la consueta benedizione degli animali. •

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