Consiglio rinviato?
Minoranza riunita
fuori dal municipio

Nonostante il consiglio comunale di Capriolo convocato giovedì 5 ottobre fosse stato spostato a lunedì, i sei consiglieri di minoranza si sono ritrovati davanti alla porta sbarrata della sala consigliare per un gesto di protesta.

Massimo Reccagni, Clemente Salogni, Carolina Zerbini, del Gruppo Civica, Amedeo Lunardi, Gianluca Ravelli, di Insieme per Capriolo, Fabrizio Rigamonti di Forza Capriolo, hanno contestato l’annullamento della seduta, comunicato 24 ore prima «per sopraggiunte esigenze amministrative». La minoranza si è così rivolta al prefetto: «Abbiamo scritto alla prefettura - ha detto Ravelli - denunciando che non si è trattato di un rinvio, ma dell’annullamento di una seduta ingiustificato per esigenze amministrative, tra l’altro non precisate. In realtà il sindaco non aveva la maggioranza dei consiglieri necessaria per deliberare su due punti fondamentali per l’attività amministrativa, il bilancio consolidato 2016, e le partecipate, farmacia comunale e Servizi comunali, che per legge andavano approvati prima del 30 settembre». Reccagni del Gruppo Civica, ha rincarato: «Quando la prefettura mi ha chiamato al telefono chiedendo delucidazioni ho spiegato che avevo le prove che il sindaco aveva annullato la seduta per ragioni politiche». E l’ex sindaco Rigamonti ha aggiunto: «Siamo in sei, avremmo il numero legale per una seduta, ma la sala è chiusa perché il sindaco non ha la maggioranza. So che la prefettura ha scritto al Comune chiedendo chiarimenti. Secondo me, la seduta convocata lunedì per esigenze amministrative, che non ci sono, potrebbe essere considerata un falso ideologico».

La seduta all’aperto si è conclusa con la foto di gruppo e l’accordo che lunedì le minoranze ribadiranno le critiche e la sfiducia al sindaco, sottolineando che le delibere adottate dalla maggioranza «se non mancherà qualcuno per imprevisti» saranno comunque fuori dal termine del 30 settembre previsto dalla legge. G.C.C.

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