Dalle ceneri del municipio a Paratico «sboccerà» un giardino orientale

di A.ROM.
La demolizione dell’edificio sede degli ex uffici municipali
La demolizione dell’edificio sede degli ex uffici municipali
La demolizione dell’edificio sede degli ex uffici municipali
La demolizione dell’edificio sede degli ex uffici municipali

Sono iniziati lunedì mattina i lavori per l’abbattimento dello stabile che fino a pochi mesi fa ospitava alcuni uffici del Comune di Paratico: 5mila metri cubi divisi su tre piani. Costo del progetto, 250mila euro, inseriti in una variazione di bilancio a fine 2017 dall’amministrazione guidata dal sindaco Carlo Tengattini. Costruito nel 1957, il vecchio municipio sorge sulla Via Risorgimento, di fianco alla nuova Biblioteca comunale, a pochi passi dal nuovo palazzo municipale spostato a cento metri in linea d’aria, sulla Via Don Moioli. Ruspe e Buldozzer della ditta appaltatrice dei lavori hanno quindi iniziato a demolire, e l’intervento ha destato l’interesse di diversi cittadini che hanno seguito da vicino le operazioni di demolizione. PARERI CONTRASTANTI, quelli registrati sul posto: tra chi rimane convinto che «un nuovo municipio non serviva» e che quindi andava più che bene quello già esistente, e chi invece ha sottolineato la bontà del progetto futuro, quello cioè che prevede - al posto dell’edificio - un giardino di stampo orientaleggiante. Una nuova area verde di duemila metri quadrati, in cui verranno posizionati un ponte in ferro, diversi percorsi in pietra, cipressi, ulivi, erbe di diverse varietà, ed una scultura dedicata a Emily Dickinson, a cui è intitolata anche la Biblioteca civica. Si tratta di una prima fase: come ha spiegato a suo tempo l’assessore ai Lavori pubblici Gianbattista Ministrini, all’abbattimento seguirà l’abbassamento di un paio di metri della muratura di contenimento ed infine la conversione ad area verde. Il tutto dovrebbe vedere la conclusione in estate. Il progetto aveva sollevato non poche polemiche, da parte delle minoranze consiliari. In modo particolare, nei giorni scorsi, il consigliere Tiberio Boni del gruppo Paratico Futura, aveva chiesto espressamente al Primo Cittadino di ripensare al progetto. Secondo Boni, lo stabile avrebbe potuto godere di una seconda «vita», magari con qualche adeguamento, nel settore del sociale (ambulatori, punto prelievi) e associativo: le stanze, secondo le minoranze, avrebbero potuto ospitare gruppi e sodalizi paraticesi. A.ROM.

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