Delitto di Erbusco:
16 anni a
Giulia Taesi

di Mario Pari
Le indagini dei carabinieri nelle ore immediatamente successive alla scoperta del cadavere FOTOLIVE Giulia Taesi ieri è stata condannata a sedici anni di carcere
Le indagini dei carabinieri nelle ore immediatamente successive alla scoperta del cadavere FOTOLIVE Giulia Taesi ieri è stata condannata a sedici anni di carcere
Le indagini dei carabinieri nelle ore immediatamente successive alla scoperta del cadavere FOTOLIVE Giulia Taesi ieri è stata condannata a sedici anni di carcere
Le indagini dei carabinieri nelle ore immediatamente successive alla scoperta del cadavere FOTOLIVE Giulia Taesi ieri è stata condannata a sedici anni di carcere

C’è una seconda condanna per le 81 coltellate che hanno ucciso Riadh Belkahla. La ventiduenne Giulia Taesi è stata condannata in primo grado a 15 anni per il delitto e a un altro anno di carcere per spaccio di droga. Concesse le attenuanti generiche, escluse le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi.

Il processo, celebrato con rito abbreviato, per la morte del 48enne tunisino, si è concluso alle 16 di ieri, quando la presidente della Corte d’assise, Anna Di Martino, ha letto il dispositivo della sentenza. L’omicidio del tunisino risale al 12 aprile 2016: i fendenti vennero vibrati di notte a Zocco d’Erbusco. Nei giorni successivi vennero arrestati Manuel Rossi e l’allora fidanzata Giulia Taesi. Il giovane si accollò la responsabilità del delitto, sostenendo d’essere stato lui a colpire la vittima che qualche istante prima aveva minacciato con un coltello la compagna. C’era, aveva spiegato Manuel Rossi, un debito di droga nei confronti del tunisino, e anche quella sera non avrebbero potuto pagarlo. Da qui l’ira dello spacciatore, il coltello, la colluttazione e i fendenti vibrati mentre lei era già scesa dall’auto e lui, Manuel Rossi, si trovava sul sedile posteriore.

Questa ricostruzione, che ha portato a una condanna di Rossi a 16 anni per il delitto, è sempre stata per il pm Ambrogio Cassiani, una «difesa d’amore» dell’imputato nei confronti della fidanzata, a suo dire, invece, parte attiva nel delitto. Per questo ieri il pubblico ministero ha concluso la requisitoria chiedendo 30 anni per Giulia Taesi, considerata il «soggetto alfa della coppia», il «soggetto dominante», con l’allora fidanzato che, quando decise di confessare, ebbe come prima preoccupazione quella di «dire tutto» scagionando Giulia.

Per il pm all’origine del delitto c’era anche altro: non era solo questione di un debito di droga, peraltro già parzialmente pagato. Riadh, inoltre, «non aveva mai minacciato nessuno, quindi perchè doveva andare armato di coltello se, sulla base dei messaggi ricevuti, sapeva di prendere i soldi?», si è chiesto Cassiani. Quel coltello poi, secondo il pm, era «tipico, da bar». E ancora: «Come faceva Riadh a guidare con una mano e a minacciare Giulia con l’altra?». C’è poi il sedile del passeggero «pulito, senza tracce di sangue, quindi schermato da qualcuno». Poi, sempre secondo il pm, Giulia che «porta il ragazzo alla disfatta totale e gli rovina la vita senza avere mai una parola per lui che si è preso sulle spalle un fardello enorme». Per tutto questo, ecco la richiesta di condanna a 30 anni di reclusione, mentre le parti civili hanno chiesto complessivamente provvisionali per 600mila euro.

L’UDIENZA è proseguita con le arringhe dei due difensori di Giulia Taesi: Loretta Pelucco e Adriana Vignoni. «Il fisico della ragazza è troppo esile: non poteva schermare interamente il sedile dagli schizzi di sangue», ha sostenuto l’avvocato Pelucco, mentre Vignoni ha descritto la vittima come «bisognosa di denaro perché aveva subito il furto di due etti e mezzo di cocaina. Il suo stato d’animo era particolarmente preoccupato. In questa situazione è plausibile che portasse con sè il coltello per proteggersi». Quanto alla premeditazione, «se ci fosse stata, Rossi avrebbe sgozzato la vittima», ha detto. Inoltre «l’orario e la percorribilità ci portano ad escludere che avessero orchestrato l’agguato». Non c’eranno i futili motivi, per il legale perchè «Manuel Rossi era pieno di debiti mentre Riadh era diventato insistente». Ievitabile, in quest’ottica, la richiesta di assoluzione.

Quando alle 16 la presidente Di Martino ha letto il dispositivo, ci sono state le lacrime di Giulia Taesi e dei suoi familiari. Ma anche la moglie della vittima, assistita dall’avvocato Marina Manfredi, si è detta nopn soddisfatta. Le provvisionali sono state in tutto di 195mila euro.

I legali di Giulia Taesi hanno commentato la sentenza con sollievo: «Sono cadute le aggravanti ed è un fatto importante vista la giovane età di Giulia».

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