Ex scuole e atti negati, il Tar respinge il ricorso

di Cinzia Reboni
Il vicesindaco Oscar Lancini
Il vicesindaco Oscar Lancini
Il vicesindaco Oscar Lancini
Il vicesindaco Oscar Lancini

Il comportamento del Comune di Adro «non travalica nell’illegittimità», pur se «poco trasparente» e «ai limiti dell’elusivo». Così stabilisce la sentenza del Tar sul ricorso presentato da Giulia Traversi e Giordano Colleoni, consiglieri comunali del gruppo Idea Civica, in merito al «diniego di accesso agli atti» sul destino della scuola comunale dismessa in via Lazzaretto. I giudici del tribunale amministrativo hanno dunque risolto il braccio di ferro tra esecutivo e minoranza, stabilendo che «la domanda di accesso agli atti è stata mal posta dai ricorrenti» e che non esiste «alcun diritto ad ottenere il rilascio della copia di un atto inesistente».

TRAVERSI E COLLEONI lo scorso aprile avevano presentato un’interrogazione in Consiglio comunale per ottenere informazioni relative alla ex scuola. Nello specifico chiedevano chi fosse il proprietario dell’edificio, lo stato di avanzamento dell’iter per la cessione, l’elenco dei privati che vantavano il diritto all’acquisto ed infine la sorte dei materiali presenti nella palazzina. Domande a cui Oscar Lancini, nella duplice veste di vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici non aveva risposto sostenendo «l’inesistenza degli atti»: nessun elenco dei soggetti che vantano diritto di acquisto dell’immobile, né di sollecito e risposta di potenziali acquirenti, nessuna «lista» del materiale.

I ricorrenti rivolgendosi al Tar avevano imputato al vicesindaco «affermazioni inattendibili», in quanto - «il 2 aprile del 2015 avrebbe affermato di aver più volte sollecitato la stipula dell’atto notarile agli acquirenti, mentre in uno scambio di opinioni su facebook con il consigliere Colleoni avrebbe affermato che “le scuole vecchie non sono del Comune“, lasciando sottintendere un avvenuto trasferimento di proprietà».

Ma nonostante questo, «appare piuttosto ragionevole - spiegano i giudici motivando il rigetto del ricorso - che non esista un elenco dei privati che vantano diritto di acquisto dell’immobile, in quanto o l’immobile è stato ceduto, e allora non vi sono attuali aspiranti acquirenti, e non lo è stato, e anche in tal caso risulta piuttosto difficile immaginare una pluralità di aspiranti che giustifichi la redazione di un elenco di acquirenti». In pratica, sottolinea il Tar, «i consiglieri avrebbero dovuto più appropriatamente richiedere copia degli atti relativi alla procedura per la cessione dell’immobile e dell’eventuale contratto di vendita, se stipulato».

Ma il fabbricato di via Lazzaretto che fine ha fatto? «È stato stipulato un contratto di assegnazione per la costruzione della nuova scuola in via Nigoline, dedicata a Gianfranco Miglio - spiega Lancini -, che prevede come pagamento la cessione in permuta della vecchia scuola, con destinazione urbanistica legata al residenziale. Ad oggi non è ancora stato perfezionato l’atto perchè uno dei soci acquirenti è fallito. Tutto dipenderà quindi dal tribunale».

Quanto alla sentenza del Tar, Lancini con soddisfazione commenta che «semplicemente ho dato risposte congrue a domande interlocutorie e non oggettive».

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