Flash mob contro il cementificio La protesta naviga sulle barche

di Giuseppe Zani
Il cementificio di Tavernola, sulla sponda bergamasca del Sebino, al centro della contestazioneDario Balotta di Legambiente
Il cementificio di Tavernola, sulla sponda bergamasca del Sebino, al centro della contestazioneDario Balotta di Legambiente
Il cementificio di Tavernola, sulla sponda bergamasca del Sebino, al centro della contestazioneDario Balotta di Legambiente
Il cementificio di Tavernola, sulla sponda bergamasca del Sebino, al centro della contestazioneDario Balotta di Legambiente

Sul Sebino monta l’attenzione attorno al futuro del cementificio di Tavernola Bergamasca. Nel primo pomeriggio di domenica è in programma nello specchio d’acqua antistante lo stabilimento un flash mob di imbarcazioni provenienti da tutti i paesi del lago. Giovedì 3 maggio l’Amministrazione comunale di Tavernola ha promosso un’assemblea pubblica alla quale ha chiesto di intervenire pure i sindaci e gli ex sindaci di Marone, Lovere e Sarnico, paesi che si trovano o si sono trovati alle prese con aree industriali da riconvertire. VENERDÌ 11 MAGGIO il comitato «No inceneritore e attività estrattive sul lago d’Iseo», presieduto da Luca Capoferri, ha organizzato a Tavernola un’altra assemblea pubblica. Domenica 20 maggio, infine, si svolgerà il referendum che propone il seguente quesito: «Ritieni- sì o no - che il Comune debba agire nella direzione della riconversione/dismissione del cementificio verso altre attività a ridotto impatto ambientale e paesaggistico?». Promuovendo la consultazione popolare, l’Amministrazione municipale ha voluto non solo opporsi al co-incenerimento dei combustibili solidi secondari (Css) nei forni del cementificio, ma anche ipotizzare una diversa destinazione d’uso dell’area. «Turismo o industria? Manifestazione per la chiusura del cementificio» si intitola invece, senza tanti giri di parole, la locandina con cui il circolo di Legambiente Basso Sebino - d’intesa con l’associazione Parco agricolo Franciacorta e i circoli di Legambiente Alto Sebino e Legambiente Bergamo - ha sollecitato iscritti e simpatizzanti a partecipare al flash mob di domenica 29 aprile. Su Facebook si è scatenato un confronto serrato. «Lo stabilimento non chiuderebbe comunque dall’oggi al domani - spiega Dario Balotta, portavoce di Legambiente Basso Sebino - Il tema dell’occupazione ci sta a cuore, ovvio. Ma è ormai tempo di decidere se vogliamo o no puntare sul turismo». L’associazione che ha promosso il flash mob con le barche, invece, la «5R zero sprechi», che ha sede ad Albino, in provincia di Bergamo, precisa per bocca del suo segretario, Giorgio Elitropi: «Non siamo per la chiusura del cementificio, ma contrari all’utilizzo nei forni dello stabilimento dei Css, rifiuti che peraltro sono per la maggior parte recuperabili. La cosa assurda è che le emissioni dei cementifici possano per legge avere parametri 9 volte più alti rispetto alle emissioni degli inceneritori». Usciti i manifestanti dall’acqua, domenica, sono previsti, durante un sit-in che avrà luogo nei giardini Luigi Fenaroli, i comizi di Guia Termini e Devis Dori, entrambi M5Stelle. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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