Guerra dell’acqua senza fine:
esposto del sindaco in procura

di Giuseppe Zani
La guerra dell’acqua a Marone registra nuovi sviluppi
La guerra dell’acqua a Marone registra nuovi sviluppi
La guerra dell’acqua a Marone registra nuovi sviluppi
La guerra dell’acqua a Marone registra nuovi sviluppi

Sale la tensione attorno alla gestione dell’acqua, a Marone. Anche la magistratura ordinaria, dopo quella amministrativa, sarà sollecitata a occuparsene. «Prenderò le sanzioni comminateci dalla Provincia di Brescia, relative agli anni 2011, 2012 e 2013, quando io non ero sindaco, e le porterò in Procura», annuncia il primo cittadino Alessio Rinaldi.

LA RECENTE pronuncia del Tar, che ha negato al Comune la possibilità di continuare ad affidare il servizio idrico alla società in house Sebino Servizi, è cosa molto diversa dalle multe elevate dalla Provincia per il mancato rinnovo di un’autorizzazione relativa alla sorgente Sestola e per le omesse comunicazioni riguardanti i quantitativi prelevati dalle altre sorgenti.

Entrambi gli argomenti, tuttavia, costituiscono l’ordine del giorno dell’assemblea pubblica convocata dal sindaco Rinaldi per venerdì 24 marzo, alle 20,30, in aula consiliare. La sentenza del Tar è stata pubblicata mercoledì scorso, il 15 marzo, tre mesi dopo la camera di consiglio svoltasi il 14 dicembre 2016.

«Le due sanzioni della Provincia, intestate all’Amministrazione municipale, e non alla Sebino Servizi srl, controllata al 100% dal Comune, ci sono state notificate alla fine di dicembre - racconta Rinaldi -. Allora, in pendenza del giudizio del Tar, mi ero ripromesso di darne notizia al primo consiglio comunale utile, quello al bilancio».

La prima multa è inerente, come detto, alle omesse comunicazioni dei quantitativi prelevati negli anni 2011, 2012 e 2013 dalle opere di captazione: la pena pecuniaria prevista per ogni singola sorgente va dai 1500 ai 6000 euro. Quanto alla Sestola, la sorgente principale, il suo utilizzo è stato autorizzato nero su bianco nel lontano 1967: poi più nulla. Il mancato rinnovo potrebbe costare fino a un massimo di 30 mila euro. «Ci ha preso un colpo - continua il sindaco Rinaldi -. Immediatamente abbiamo sollecitato un’audizione in Provincia, quindi abbiamo provveduto a trasmettere tutti i dati e gli atti mancanti. Inoltre abbiamo incaricato un geologo di prepararci una relazione sulla cui base domanderemo il rinnovo dell’autorizzazione in sanatoria per la Sestola. Il prossimo 5 aprile è in programma un altro incontro durante il quale chiederemo, se proprio insisteranno a volerci sanzionare, il minimo della pena».

Quanto potrebbe essere chiamato a sborsare il Comune? Difficile dirlo. Una brutta tegola, comunque, per le casse municipali. «Non voglio accusare nessuno - precisa Rinaldi -. Faccio solo notare che non ero sindaco io in quegli anni e perciò non ho colpa di quanto adesso mi viene contestato. Segnalerò questa cosa alla Procura perché risalga lei alle eventuali responsabilità».

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