Il camion è taroccato
Consegne «lampo»
grazie al microchip

I dispositivi «incriminati»
I dispositivi «incriminati»
I dispositivi «incriminati»
I dispositivi «incriminati»

Le vecchie tecniche di indagine hanno sconfitto un sofisticato chip, che permetteva di alterare i dati del cronotachigrafo di un Tir, consentendo di guidare ben più delle ore fissate dalla normativa.

Claudio Modina, comandante della Polizia locale di Palazzolo, e il suo vice Luciano Sirani, martedì mattina hanno fermato per un controllo su viale Europa (la Statale 573) un autoarticolato di un’azienda de L’Aquila, proveniente dalla bergamasca. Così hanno scoperto un incredibile «aggeggio» per alterare i dati sui tempi di percorrenza.

IL CAMIONISTA, 50 enne abruzzese, ha esibito patente, libretto, bolle di consegna delle merci (prodotti alimentari), tutte in regola, che certificavano un viaggio iniziato lunedì da L’Aquila che, dopo Milano, aveva toccato Bergamo e diverse località per le consegne. Il vice, controllando il cronotachigrafo, dopo avere ricostruito il viaggio usando le bolle, ha osservato che il tempo di guida era incompatibile con il rispetto del riposo previsto dalla normativa per tutelare conducente e utenti della strada.

Il camionista ha provato a spiegare che l’apparecchiatura poteva essere stata danneggiata da un sobbalzo su una buca. Ma non è stato convincente. Sirani, che ha una lunga esperienza sulle strade, gli ha fatto portare il camion in un’officina abilitata.

Verificato che il cronotachigrafo digitale era a norma, l’officina ha controllato se ci fossero bypass nascosti. Accertato che il sensore era originale, è stato cercato un eventuale sensore occulto che trasmettesse dati alterati, ed è stato perfino pesato con una bilancia di precisione. Tutto è risultato in regola, ma non «tornavano» i chilometri percorsi documentati dalle consegne. Il vicecomandante ha chiesto allora di smontare il sensore.

DAL TUBO è emerso il trucco: al chip originale ne era stato aggiunto un secondo, controllato da un telecomando, che interrompeva il flusso dei dati registrando come pausa parte del percorso.

Al camionista, oltre a 2000 euro di multa, è stata ritirata la patente; all’azienda è stato ingiunto di installare un nuovo sensore e di mandare un altro camionista per completare le consegne. L’intera documentazione è stata trasmessa all’ispettorato del lavoro e alla prefettura de L’Aquila G.C.C.

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