Il cane espulso
dall’oratorio
diventa un «caso»

di Valentino Rodolfi
Niente cani, gatti o altri animali nell’oratorio di Castegnato FOTOLIVEI divieti all’ingresso dell’oratorio
Niente cani, gatti o altri animali nell’oratorio di Castegnato FOTOLIVEI divieti all’ingresso dell’oratorio
Niente cani, gatti o altri animali nell’oratorio di Castegnato FOTOLIVEI divieti all’ingresso dell’oratorio
Niente cani, gatti o altri animali nell’oratorio di Castegnato FOTOLIVEI divieti all’ingresso dell’oratorio

I suoi antenati, mille anni prima di Cristo, accompagnavano nella caccia i faraoni d’Egitto e viaggiavano sulle navi dei mercanti Fenici, che li introdussero in Sicilia nei più antichi dei tempi antichi. Chi oggi ha un cane così bello lo porterebbe ovunque, con tutto l’orgoglio di camminare al fianco di una creatura così speciale: è un Cirneco dell’Etna, una razza nobile, splendida, molto rara.

Ma all’oratorio di Castegnato, il Cirneco non può entrare. E nemmeno il Bassotto, il Cocker, lo Spinone: vietato introdurre animali, recita il cartello all’ingresso.

LO RACCONTA con stupore a Bresciaoggi il fiero possessore del Cirneco della discordia, Nicola Gottardi, bresciano del quartiere Abba, fra l’altro organista nella parrocchiale di San Giacinto.

È solo uno dei tanti lettori che raccontano a Bresciaoggi storie come questa: accesso negato ai cani in parchi, spiagge, spazi pubblici, oratori, e non solo a Castegnato.

«Colpa mia - premette Gottardi - perchè l’altro giorno sono entrato di corsa e non ho visto il cartello: accompagnavo il bambino a giocare in un torneo di calcio ed eravamo di fretta. Solo dopo l’inizio della partita sono venuti a spiegarmi che i cani non sono ammessi. A quel punto che potevo fare? Legarlo a un palo in mezzo alla strada? Ho preso in braccio il mio cane, che era al guinzaglio, e ho cercato di ridurre al minimo il disturbo. Ma poi è arrivato anche un sacerdote a ricordarmi il divieto».

A quel punto Gottardi, con educazione, ha risposto: «Ho chiesto scusa, ma ho spiegato che quel divieto mi sembra eccessivo: l’oratorio è un luogo per famiglie, e più di metà delle famiglie bresciane possiede animali».

SORRIDE don Gabriele Scalmana, responsabile della Pastorale del Creato per la Diocesi di Brescia, tra i preti bresciani più interessati a indagare il rapporto tra uomo e naura: «Abbiamo notato che la questione è sempre più sentita, sicuramente dovremo approfondirla - spiega don Scalmana-: lo abbiamo sentito anche dopo le recenti parole di Papa Francesco su “chi ama cani e gatti ma ignora le sofferenze dei vicini“. In realtà, negli oratori bresciani, non c’è una regola fissa: alcuni vietano, altri non si fanno problemi a lasciare entrare i cani. Dipende da questioni di sicurezza, o di igiene, che ogni parrocchia gestisce come ritiene. Se dalle famiglie arriva una richiesta per un’attenzione più specifica alla questione, ce ne occuperemo: esiste già una teologia degli animali, che fa riflessioni molto moderne». Ma intanto occhio ai divieti, se ci sono.

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