SEBINO. Dai raccoglitori della domenica agli ispettori accreditati un verdetto unanime su una stagione che si farà ricordare come una delle più avare di «materia prima»

Il clima pazzo si
è mangiato
tutti i funghi

di Alessandro Romele
Gli ispettori micologici sul Sebino raccomandano di far verificare i raccolti. Ma quest’anno sono «magri»
Gli ispettori micologici sul Sebino raccomandano di far verificare i raccolti. Ma quest’anno sono «magri»
Gli ispettori micologici sul Sebino raccomandano di far verificare i raccolti. Ma quest’anno sono «magri»
Gli ispettori micologici sul Sebino raccomandano di far verificare i raccolti. Ma quest’anno sono «magri»

La stagione non è andata bene, come si poteva sperare al suo inizio: quella dei raccoglitori di funghi dell’area collinare e montana del Sebino è stata povera e le ceste sono rimaste in prevalenza vuote. DOPO UN’ANTEPRIMA interessante a inizio estate, i mesi di luglio e agosto sono stati avari, mentre il clou della fioritura dei miceti è arrivata a fine settembre. Ma il clima secco di ottobre e un paio di giorni di forte vento, hanno portato alla scomparsa delle specie presenti e all’essiccamento precoce di quelle già fiorite. A ciò, si aggiunga la latitanza di russule, mazze di tamburo e chiodini. Morale della favola: cestini vuoti, una delle stagioni più magre di sempre. In Val Palot, nel fine settimana, c’è stato un incontro di aggiornamento tra diversi Ispettori micologi del territorio, per fare il punto della situazione. Tutti a lezione da Roberto Galli, biologo che da quasi mezzo secolo si occupa di micologia: «Aggiornare - ha spiegato Galli - significa capire come è cambiato il mondo dei miceti con il passare del tempo, con il clima sottoposto a continue variazioni; vedere, anche dal punto di vista tossicologico, se c’è bisogno di aggiornare gli albi e le liste riguardanti le varie specie». Dal 1995, l’appassionato Dario Dògali, ha iniziato un censimento dei funghi sul Sebino e nella Franciacorta: «Allo stato attuale - ha anticipato - ho censito 558 specie di funghi, che verranno inseriti in una pubblicazione che verrà a breve dato alle stampe. Ho trovato anche un rarissimo fungo ipogeo, che cresce cioè sottoterra, del genere Elaphomyces, un Papillatus che a quanto pare è il primo ad essere censito in Italia e il secondo in Europa». IL CONSIGLIO però, con qualsiasi bottino, è sempre lo stesso: i funghi raccolti, sempre che se ne trovino in questi chiari di luna, dovrebbero essere valutati da esperti, che possono fugare ogni dubbio sulla commestibilità o meno. Proprio per questo, sul territorio, sono nati diversi centri micologici che svolgono da centro di consulenza: «Cerchiamo di dare una mano ai meno esperti - ha chiuso Lorenzo Borghesi, presidente del circolo di Lovere - anche attraverso proiezioni per mostrare visivamente le differenze principali tra fungo buono e fungo velenoso, cosa evitare e cosa invece assaggiare: insomma, cerchiamo di evitare gli avvelenamenti con la formazione». •

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