Il nonno lo cerca invano e lo trova senza vita

L’ospedale di Chiari, dove era ricoverato il nonno di Andrea
L’ospedale di Chiari, dove era ricoverato il nonno di Andrea
L’ospedale di Chiari, dove era ricoverato il nonno di Andrea
L’ospedale di Chiari, dove era ricoverato il nonno di Andrea

Giancarlo Chiari La storia è quasi incredibile, ma tanto dolorosa purtroppo, tristissima, straziante. Un anziano ricoverato in ospedale cerca al telefono il nipote, non riceve risposta e ha un brutto presentimento. Si alza, si veste, si fa dimettere dall’ospedale e corre a casa. Ma quando arriva trova il nipote tanto amato, di soli 27 anni, ormai senza più vita. È successo a Erbusco, dove saranno celebrati lunedì i funerali di Andrea Belotti, il giovane la cui morte è stata scoperta dal nonno con il quale abitava, nel pomeriggio di mercoledì. COLPITO probabilmente da un malore fatale, forse un attacco cardiaco, il 27enne se ne è andato in silenzio, mentre riposava nel suo letto dopo una giornata di lavoro, nell’appartamento del condominio di via Vittorio Emanuele, a due passi dal centro storico di Erbusco. La morte improvvisa che ha gettato nel dolore chi gli voleva bene, come il nonno più di tutti, è stata una tragica sorpresa. Andrea, che lavorava in un’azienda locale, aveva da pochi giorni festeggiato il 27° compleanno, come ha ricordato un compagno di classe con cui aveva frequentato le elementari ad Erbusco. Era «un ragazzo a posto». Ma l’altro giorno, senza apparente motivo, non si era nemmeno recato al lavoro e proprio questo aveva aumentato la soglia di allarme per il suo silenzio anche al telefono. Il nonno, che era ricoverato all’ospedale di Chiari dall’inizio della settimana, mercoledì era in ansia perché Andrea non rispondeva da ore al telefonino, ma mai avrebbe potuto pensare che quel nipote fosse già morto. Ed è toccato proprio a lui scoprire l’amara realtà rientrando dall’ospedale, dopo le dimissioni, nel pomeriggio. IL PENSIONATO era preoccupato perché il nipote non aveva risposto alle sue telefonate e una zia gli aveva riferito che l’azienda in cui lavorava, al telefono, aveva riferito che non si era presentato al lavoro senza spiegazioni. Rientrando a Erbusco dall’ospedale, l’anziano ha suonato più volte al citofono senza ottenere risposte, poi ha aperto il cancello e ha raggiunto la porta di casa chiusa a chiave dall’interno. Quando il falegname l’ha forzata aprendola, la scoperta del nipote che giaceva immobile nel suo letto con una mano sul petto. Sul posto sono arrivate le ambulanze e l’équipe ha tentato disperatamente di rianimarlo, ma non c’è stato nulla da fare. Per chiarire le cause della morte il magistrato dopo l’autopsia, eseguita giovedì, ha autorizzato il trasporto della salma che dovrebbe arrivare a Erbusco nella tarda mattinata di oggi, per ricevere l’ultimo saluto di amici e parenti nella camera ardente che sarà allestita nell’appartamento di via Vittorio Emanuele 12. •

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