Infermiere muore dopo 4 giorni di agonia

di Giancarlo Chiari
Il tratto di strada in cui è stato investito l’infermiere di Palazzolo
Il tratto di strada in cui è stato investito l’infermiere di Palazzolo
Il tratto di strada in cui è stato investito l’infermiere di Palazzolo
Il tratto di strada in cui è stato investito l’infermiere di Palazzolo

Giuseppe Donati, in coma profondo, ha lottato con apparecchiature sanitarie che ben conosceva, permettendo alla sorella Giovanna, partita da Catanzaro, di raggiungere ieri l’ospedale di Desenzano in tempo per autorizzare l’espianto di cuore, fegato, polmoni, reni e cornee, che restituiranno la vita ad altre persone. NATO A PALAZZOLO nel 1957, Donati si era diplomato infermiere a 18 anni, entrando in servizio nell’ospedale dove ha lavorato fino a lunedì. Gli mancava meno di un anno alla pensione. Lunedì sera in via Kennedy è stato investito alle spalle dall’auto di 19enne mentre con una borsa della spesa per mano stava attraversando per tornare nel suo appartamento in piazza Castello. Uscito senza documenti, nessuno lo aveva riconosciuto, prima di essere trasportato alla Poliambulanza e da lì trasferito alla rianimazione del Civile. Ricoverato in codice rosso per la lesione alla testa provocata dall’urto con il cordolo del marciapiedi, Donati non ha più ripreso conoscenza ma la sua forte fibra ha resistito fino all’arrivo della sorella con i nipoti partiti subito dalla Calabria. La notizia della morte è stata uno choc per chi lo conosciuto in ospedale. «Era quasi un’istituzione - ha raccontato un’impiegata - gentile e cortese con tutti lavorava nel reparto di riabilitazione da anni». Nella sua casa dove è stata allestita ieri sera la camera ardente la sorella ricorda: «Giuseppe è entrato in ospedale a Palazzolo quando aveva 18 anni e ha continuato a lavorare lì. Veniva spesso a Gagliata, in provincia di Catanzaro, per far visita a noi e ai genitori che sono morti diversi anni fa. L’ultima volta che è venuto, pochi mesi fa, mi disse che aspettava con ansia la pensione per dedicarsi alla sua passione, i viaggi. La sua vita era l’ospedale, lavorava nella riabilitazione ed era benvoluto da tutti. «Sono corsa a Desenzano appena ci hanno detto cosa era successo e che non c’erano speranze; sapevo che era iscritto all’Aido e avrebbe voluto donare i suoi organi». La notizia ha scosso molti palazzolesi che lo avevano conosciuto in ospedale, il sindaco Gabriele Zanni, esprimendo il cordoglio della città ha dichiarato: «Ho appreso con grande dispiacere che Giuseppe non ce l’ha fatta. Era una persona umile e generosa, la donazione degli organi ne è testimonianza. È stata davvero una tragica fatalità». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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