Inverno freddo e secco: il Sebino è in apnea

di Giancarlo Chiari
L’acqua ghiacciata nel porticciolo di Clusane d’Iseo
L’acqua ghiacciata nel porticciolo di Clusane d’Iseo
L’acqua ghiacciata nel porticciolo di Clusane d’Iseo
L’acqua ghiacciata nel porticciolo di Clusane d’Iseo

Allarme livelli per il lago d’Iseo a causa di un inverno freddo ma avaro di precipitazioni, tanto da dover ridurre i flussi in uscita. E con l’acqua poco profonda a ridosso delle sponde, ad esempio nel porto di Clusane, che si trasforma in una lastra di ghiaccio.

ALLA DIGA di Sarnico, il Consorzio dell’Oglio che gestisce il deflusso con la più antica «valvola» in Italia piazzata all’uscita di un grande lago, spiega per voce del direttore generale Massimo Buizza: «Abbiamo ridotto da 28 a 25 metri cubi al secondo il deflusso dell’Oglio, ma siamo a gennaio e non è facile azzardare previsioni, anche se purtroppo non ci segnalano precipitazioni significative in Valle Camonica e sul lago».

Certo negli ultimi 84 anni di vita della diga, di una situazione così nel periodo invernale non c’è traccia. Il consorzio che garantisce l’acqua tanto ai campi che alle centrali idroelettriche a valle, da fine anno controlla con attenzione il bacino, per conservare un livello di garanzia. A fine dicembre, quando a Sarnico l’idrometro segnava + 9 centimetri, aveva ridotto il deflusso da 48 a 30 metri cubi.

IL PERDURARE della siccità ha provocato l’ulteriore riduzione, con l’occhio puntato sulle montagne dove purtroppo manca ancora quella quantità di neve che nel 2006 permise di superare le difficoltà legate alla siccità. Per il momento a soffrirne saranno i produttori di energia elettrica. «La riduzione del deflusso - spiega Buizza - peserà sulle centrali idroelettriche a valle, con un calo fino al 60%. Presto per dire se avremo un anno difficile, bisogna aspettare marzo, come si è visto negli ultimi tre anni. Certo però che queste sequenze fanno pensare a una tendenza».

E per le alghe? «Il problema - risponde Buizza - sembra più legato alle temperature che al livello delle acque e anche qui bisogna aspettare la primavera».

All’autorità di bacino il presidente Giuseppe Faccanoni conferma: «Per capire quale sarà lo sviluppo delle alghe bisogna aspettare il caldo. Siamo preparati ad affrontare il problema per garantire la pulizia del lago e la navigazione con un prevedibile aumento di turisti dopo il ponte di Christo».

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