L’insediamento industriale sfratta il «Bosco di Lorenzo»

di Giancarlo Chiari
Il pubblico giovedì sera all’assemblea nel teatro di ErbuscoIl Bosco appena piantumato
Il pubblico giovedì sera all’assemblea nel teatro di ErbuscoIl Bosco appena piantumato
Il pubblico giovedì sera all’assemblea nel teatro di ErbuscoIl Bosco appena piantumato
Il pubblico giovedì sera all’assemblea nel teatro di ErbuscoIl Bosco appena piantumato

A Zocco di Erbusco il «Bosco di Lorenzo» dovrà traslocare dall’area nord all’area sud di via Lamarmora: questa la conclusione dell’assemblea pubblica che giovedì sera ha riempito platea e galleria del teatro Moretti di Erbusco, per il confronto chiesto dall’associazione «I Frattimi» all’amministrazione, con Daniele Piacentini a far da moderatore del confronto. PIÙ DEL «BOSCO DI LORENZO», gran parte del dibattito si è concentrata sull’opposizione all’insediamento di un nuovo impianto industriale nell’area industriale di Zocco, vicino alla quale nel decennio scorso sono state costruite diverse villette. Il comitato dei residenti, rappresentato da Carolina Zambelli, ha fatto capire che gli abitanti sono contrari all’insediamento dell’azienda che trasforma terre di fonderia in manufatti edili. Con le fazioni schierate fin dalle prime battute, si è rivelato impossibile qualsiasi accordo sulla proposta di trasferire il bosco nell’area sud, come prevede il progetto approvato dalla giunta per gli 11.500 metri quadri dell’intera area di via Lamarmora, acquisita per la sistemazione urbanistica della frazione. Nell’assemblea, affollata da almeno duecento persone, molti i giovani arrivati da fuori Erbusco, è toccato a Gianpaolo Corioni, presidente de «I Frattimi», fratello di Lorenzo morto nel 2015 in un incidente stradale, raccontare la storia del progetto di bosco gestito e finanziato attraverso una raccolti fondi con Legambiente. Il progetto esposto all’amministrazione che stava acquisendo gli 11.500 metri dell’area è stato accolto senza difficoltà dall’ente che nel progetto prevede proprio 3.500 metri di parco nella zona sud. «Aspettando di capire quando si sarebbe conclusa la trattativa - ha spiegato Corioni - il 19 ottobre 2016 ringraziando sindaco e Comune, abbiamo chieso l’autorizzazione a piantumare il bosco. Non è colpa nostra poi se in questi anni il Comune ha cambiato idea e destinazione all’area. Quando nel 2018, ci è stato detto che dovevamo spostare le piante perché l’area era stata ceduta ad un’azienda che tratta terre di fonderia abbiamo protestato chiedendo l’assemblea». Il sindaco Ilario Cavalleri, aperta una cartelletta con lettere protocollate e documenti, ha replicato: «Fin dal 2015 ho spiegato che, pur condividendo il progetto di un bosco gestito da un’associazione, l’amministrazione aveva un progetto sulla sistemazione degli 11.500 metri di via Lamarmora. Rispondendo il 25 ottobre alla vostra lettera del 16 abbiamo scritto che si autorizzava la piantumazione sulla strada provinciale, sull’aiuola adiacente all’edicola votiva. Relativamente all’area di via Lamarmora, trattandosi di proprietà privata il Comune non ha titolo per autorizzare piantumazioni». La lettura dei documenti ha smorzato la polemica e dopo l’intervento di Legambiente il dibattito si è spostato sul consumo del suolo, criticando il nuovo insediamento. Il sindaco ha ribadito che nell’area è previsto un parco con alberi di alto fusto nei 3500 metri a sud e all’ennesima richiesta di lasciare il bosco al posto dell’insediamento il no del sindaco ha chiuso l’assemblea. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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