L’ira dei sindaci sulle sentenze
«Noi discriminati dai verdetti»

Tiziano Belotti (Rovato)
Tiziano Belotti (Rovato)
Tiziano Belotti (Rovato)
Tiziano Belotti (Rovato)

a sentenza del tribunale di Brescia che ha condannato i Comuni di Rovato e Pontoglio per «discriminazione» sulle tariffe dei certificati di idoneità abitativa, ha dato fuoco alle polveri nel Consiglio comunale di Rovato.

Su interrogazione urgente di Angelo Bergomi, all’opposizione con il Pd, mertdì sera in aula il sindaco Tiziano Belotti ha risposto con intervento veemente, contestando che un giudice possa deliberare sul pagamento di un servizio del Comune: «La sentenza è discriminatoria, non noi - ha tuonato il sindaco Belotti - perché ordina di restituire 262 euro agli stranieri, ma non agli italiani».

IL PRIMO CITTADINO di Rovato non ha però precisato se farà ricorso. Nel merito della decisione, lasciandola però in sospeso, è entrato invece il vicesindaco Pierluigi Toscani: «Ne parleremo lunedì in giunta prima di decidere».

Risponde duramente anche Alessandro Seghezzi, sindaco di Pontoglio, Comune condannato non solo per il costo dei certificati, ma anche sui famosi «cartelli identitati» all’ingresso del territorio comunale.

Definendo «politica» la sentenza sugli stessi certificati aumentati di 225 euro, non ha voluto parlare della seconda sentenza, relativa ai cartelli cristiani, rimossi due settimane fa: «Ne parleremo con il nostro legale - ha spiegato l’assessore Alessandro Pozzi - prima di comunicare cosa faremo nei due casi».

DALL’OPPOSIZIONE, Jacopo Marchetti e Augusto Picenni, di «Pontoglio tua», hanno respinto le esternazioni del sindaco: «Le sentenze del tribunale non sono una condanna politica: il giudice chiarisce, e lo dimostra, che certificazioni e cartelli hanno violato i principi della Costituzione su cui il sindaco ha giurato, oltre ad avere violato gli articoli 2 e 6 dello Statuto comunale».

LO STESSO Marchetti, che nella precedente amministrazione si era dimesso da vicesindaco per la vicenda dei cartelli, afferma poi che «è mancato il rispetto delle regole e degli ordini di prefetto e ministero dei trasporti: ero andato dal prefetto per la vicenda dei cartelli per cui mi sono dimesso. Lo scorso 8 luglio - ha ricordato Marchetti - abbiamo chiesto l’accesso agli atti per vedere la lettera del ministero dei trasporti datata 9 giugno e protocollata il 20 giugno che faceva seguito a quella inviata a maggio. Infine l’11 luglio abbiamo chiesto il costo delle spese legali sostenute e oggi quelli delle sentenze: guardando alle cifre - conclude l’ex vicesindaco -le spese legali costerebbero il doppio di quanto incassato con le certificazioni». G.C.C.

Suggerimenti