L’isola di plastica
un colpo al cuore
delle Torbiere

di Alessandro Romele
Una impressionante distesa di rifiuti, in particolare scarti di plastica, tra le «lamette» della Riserva naturale delle Torbiere sebineGabriele Nani, autore del videoUn intero pacco da 6 di bottiglieDecine i palloni abbandonatiLo sconfortante colpo d’occhio dei canneti ingombri di rifiuti La prua del kayak di Gabriele Nani fende l’acqua tra i rifiuti
Una impressionante distesa di rifiuti, in particolare scarti di plastica, tra le «lamette» della Riserva naturale delle Torbiere sebineGabriele Nani, autore del videoUn intero pacco da 6 di bottiglieDecine i palloni abbandonatiLo sconfortante colpo d’occhio dei canneti ingombri di rifiuti La prua del kayak di Gabriele Nani fende l’acqua tra i rifiuti
Una impressionante distesa di rifiuti, in particolare scarti di plastica, tra le «lamette» della Riserva naturale delle Torbiere sebineGabriele Nani, autore del videoUn intero pacco da 6 di bottiglieDecine i palloni abbandonatiLo sconfortante colpo d’occhio dei canneti ingombri di rifiuti La prua del kayak di Gabriele Nani fende l’acqua tra i rifiuti
Una impressionante distesa di rifiuti, in particolare scarti di plastica, tra le «lamette» della Riserva naturale delle Torbiere sebineGabriele Nani, autore del videoUn intero pacco da 6 di bottiglieDecine i palloni abbandonatiLo sconfortante colpo d’occhio dei canneti ingombri di rifiuti La prua del kayak di Gabriele Nani fende l’acqua tra i rifiuti

Plastica, plastica a perdita d’occhio, migliaia di «macchie» che sono bottiglie, sacchetti, palloni da calcio, oggetti di consumo dispersi nel posto più maledettamente sbagliato: la Riserva naturale delle Torbiere del Sebino, una zona umida che è un monumento, un sito naturalistico di valenza internazionale. Plastica intrappolata fra i canneti, a galla negli specchi d’acqua, interrata nella fanga limacciosa ed è tanta, tanta, tanta. Uno spettacolo che fa male al cuore, che suscita rabbia e indignazione. Soprattutto dopo che, con un filmato realizzato da un escursionista iseano e messo in rete, centinaia di persone stanno vedendo questa vergogna e nessuno può più dire «io non lo sapevo». Non sarà paragonabile all’immensa isola di spazzatura nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico, che ha riempito le cronache mondiali non molto tempo fa. Ma di certo l’effetto scenografico è pressoché lo stesso, fatte le proporzioni. NEL CUORE delle Torbiere, nella zona delle Lamette che guarda Clusane d’Iseo e Paratico, c’è una vera e propria discarica a filo d’acqua. Materiale portato tra i canneti dalle varie correnti che scivolano sul lago: c’è di tutto, palloni, taniche, bottiglie, boe e salvagenti. Un’isola di plastica che molto probabilmente si trova li da anni e di cui nessuno ha mai parlato e su cui nessuno ha mai agito. Gabriele Nani, cittadino iseano, ha girato un video a bordo del suo kajak. Il filmato è diventato virale ed ha ottenuto centinaia di visualizzazioni in poco tempo. «È necessario fare qualcosa - ricorda Nani - visto che in questo caso abbiamo la fortuna, per così dire, che il lago ha un punto preciso dove depositare l’immondizia. Sul Sebino ci sono persone ed esperti che da anni raccolgono dati sulla salute del lago: l’idea è quella di unire le forze con queste persone, e trovare una via che in questi anni non è mai stata rintracciata, in modo che sia possibile muovere i livelli superiori, a partire dalle varie amministrazioni, per potere far qualcosa di concreto. Stendere un progetto e quantificare economicamente il problema: una volta che si hanno progetto e costi, è più facile cercare le risorse». CI VORREBBE un progetto, comunque, a medio e lungo termine: «Rimuovere la plastica è relativamente semplice – continua Gabriele - ma sarebbe un po’ come buttare la polvere sotto il tappeto di casa. Servono iniziative e investimenti concreti. Non serve rintracciare i colpevoli, ma occorre chiarire chi deve fare cosa. E se chi deve agire in questo momento non ce la fa, per mancanza di persone e di risorse, la prima cosa che è necessario fare, è appunto quella di cercarle. Io, come altri cittadini, posso dare una mano in tal senso». In diversi hanno contattato Gabriele Nani, politici, associazioni ambientaliste, cittadini comuni. Tutti hanno dato il loro sostegno, ma la situazione non è cambiata: «La plastica - chiude sconsolato - è ancora li». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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