L’olio «Dop» è poco ma buono
«Anno nel segno della qualità»

di Giuseppe Zani
Olio extravergine «Dop»: nel 2016 un’annata all’insegna della qualità
Olio extravergine «Dop»: nel 2016 un’annata all’insegna della qualità
Olio extravergine «Dop»: nel 2016 un’annata all’insegna della qualità
Olio extravergine «Dop»: nel 2016 un’annata all’insegna della qualità

L’olio Dop «Laghi Lombardi menzione Sebino» è la punta di diamante della produzione olivicola di una zona che comprende 24 comuni in provincia di Brescia e Bergamo, tutti in riva o in prossimità del lago d’Iseo.

Nemmeno il 10% dell’intera produzione annuale di questo comprensorio ottiene la certificazione Dop. Nella campagna 2016-2017 i litri di olio certificati Dop sono stati solo 4.960 (i litri «Laghi Lombardi menzione Lario» sono stati invece 7.212). Questo perché l’apposito disciplinare di produzione ha posto l’asticella della qualità molto in alto.

NON PER NIENTE un olio Dop «Laghi lombardi» costa dai 30 ai 40 euro il litro. «Un prodotto di nicchia, che il consumatore va a cercare e comprare sul luogo di produzione - ha detto ieri, nella sede della Comunità montana del Sebino bresciano, a Sale Marasino, Marino Maglia, presidente del Consorzio Olio Dop Laghi Lombardi, costituitosi nel 1998 -. Così il turista acquistando l’olio si porta a casa anche una fetta di territorio».

Maglia ha quindi illustrato le caratteristiche che giustificano prezzi da autentici estimatori: «L’olio non è un condimento ma un alimento - ha evidenziato Maglia -. L’olio di oliva extravergine Dop Laghi Lombardi può essere considerato un nutraceutico, un alimento con proprietà medicinali che previene tante malattie, specie quelle cardiovascolari, aumenta la reattività immunologica ed è ideale nella dieta dei diabetici».

Sprecato utilizzarlo in padella per cucinare, meglio usarlo a freddo per condire o insaporire. I soci del Consorzio in parola sono 21 sul Lario e 26 sul Sebino; le certificazioni ottenute nel 2016-2017 sono, rispettivamente 16 e 8.

«Asticella alta, per la Dop - ha ribadito Emanuele Ghirardelli, direttore dell’Aipol -. La certificazione, rilasciata da un ente esterno al Consorzio, è un vero e proprio esame e ha un costo. I requisiti per superare l’esame sono: acidità non superiore a 0,55%, perossidi non sopra 12 milliequivalenti di ossigeno per litro, K 232 non superiore a 2,00 e acido oleico uguale o non sopra il 76%».

Interessante la testimonianza di Nadia Turelli, dell’azienda agricola Leonardo di Sale Marasino: «Lo scorso anno ho prodotto 2200 bottiglie: a luglio le avevo già vendute tutte», ha assicurato. Per Giacomo Glisenti, olivicoltore di Vello, i soci del Consorzio devono fare più sistema per non ritrovarsi, com’è successo a lui, dell’invenduto.

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