L’università misura la «febbre» dell’Oglio

di Giancarlo Chiari
Il corso del fiume Oglio è stato al centro dell’indagine dall’uscita dal lago d’Iseo fino a Ostiano. Gli studiosi confidano di riuscire a scoprire i rapporti di interazione tra le acque superficiali e le falde sotterranee in chiave anti-inquinamentoIl camper che in questi due anni ha accompagnato l’équipe universitarie nelle ricerche lungo l’Oglio
Il corso del fiume Oglio è stato al centro dell’indagine dall’uscita dal lago d’Iseo fino a Ostiano. Gli studiosi confidano di riuscire a scoprire i rapporti di interazione tra le acque superficiali e le falde sotterranee in chiave anti-inquinamentoIl camper che in questi due anni ha accompagnato l’équipe universitarie nelle ricerche lungo l’Oglio
Il corso del fiume Oglio è stato al centro dell’indagine dall’uscita dal lago d’Iseo fino a Ostiano. Gli studiosi confidano di riuscire a scoprire i rapporti di interazione tra le acque superficiali e le falde sotterranee in chiave anti-inquinamentoIl camper che in questi due anni ha accompagnato l’équipe universitarie nelle ricerche lungo l’Oglio
Il corso del fiume Oglio è stato al centro dell’indagine dall’uscita dal lago d’Iseo fino a Ostiano. Gli studiosi confidano di riuscire a scoprire i rapporti di interazione tra le acque superficiali e le falde sotterranee in chiave anti-inquinamentoIl camper che in questi due anni ha accompagnato l’équipe universitarie nelle ricerche lungo l’Oglio

Fiume Oglio e lago d’Iseo sotto la lente di ingrandimento dei laboratori dell’Università di Milano Bicocca che stanno per ultimare la ricerca sullo scambio di acque ed il fenomeno degli inquinanti del bacino fluviale. Un lavoro lungo, complesso, durato due anni, che metterà a confronto le analisi condotte sul campo con i dati di precedenti ricerche.

IL PROGETTO condotto da undici ricercatori coordinati da Barbara Leoni dell’Università Bicocca è arrivato all’ultima fase. La campagna «Lake, stream and groundwater modeling to manage water quantity and quality in the system of Lake Iseo-Oglio River» che tradotto suona appunto come l’approfondimento della conoscenza delle dinamiche di un sistema per capire come le sostanze inquinanti presenti nell’acqua si spostano tra il lago d’Iseo, il fiume Oglio e la falda sotterranea.

Finanziato da Fondazione Cariplo, con il patrocinio delle Province di Brescia e Cremona, il progetto ha potuto contare sul supporto del Consorzio dell’Oglio che dispone di un archivio unico di dati sul fiume e la sua storia, rilevati con la gestione della diga di Sarnico, e delle ricerche condotte negli ultimi trent’anni su flora, fauna e correnti del lago, oltre che sui torrenti.

Gli undici ricercatori - Tullia Bonomi, Letizia Fumagalli, Marco Rotiroti, Alberto Stefania, Chiara Zanotti, Sara Taviani, Valentina Soler, Martina Patelli, Veronica Nava e Marco Faggioli - coordinati dalla Leoni - per due anni hanno controllato 110 punti, pozzi, torrenti, fiumi e fontanili, con oltre 120 misure di portata, raccogliendo 505 campioni ed effettuando oltre 9000 analisi chimiche.

LA RICERCA sui complessi meccanismi di scambio tra acque superficiali e sotterranee nel sistema Iseo-Oglio dovrebbe chiarire e far conoscere queste dinamiche, ancora poco note quantitativamente, ma di estrema importanza in un territorio fortemente caratterizzato dall’uso dell’acqua da parte dell’uomo che ne condiziona, inevitabilmente, la qualità. «Comprendere come si influenzano reciprocamente le caratteristiche chimiche e qualitative delle acque del sistema lago-fiume-falde - scrive l’università milanese - permetterà di individuare azioni concrete e consapevoli per il miglioramento della gestione idrica, limitando l’impatto dell’uomo e migliorando la qualità generale delle acque superficiali e sotterranee».

Lo studio ha interessato per due anni il sistema idraulico dell’Oglio, monitorando le acque superficiali e sotterranee della zona compresa tra il lago e Ostiano.

Conclusa l’ultima rilevazione sul campo, il progetto passerà alla fase di elaborazione dei dati raccolti, per realizzare un modello tridimensionale dell’area che consentirà di capire l’interazione tra lago, fiume e falda che, scambiandosi acqua, si scambiano anche inquinanti come nitrati e arsenico.

All’inizio del prossimo anno i risultati disponibili saranno diffusi e illustrati per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’utilizzo consapevole delle risorse idriche. Nel 2015 il progetto era stato presentato a Expo, con il modello tridimensionale animato. Scuole, tecnici e pubblico, nel 2018 vedranno la realizzazione, ha dichiarato l’università, che lo divulgherà tanto a livello tecnico-scientifico che a livello scolastico e sociale, permettendo di osservare l’intero sistema idraulico superficiale con tutti gli infiniti passaggi sotterranei.

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