La sopressa prenota
un posto nell’«élite»
dei prodotti DeCo

Che sia una tipicità del paese in pochi lo sapevano, ma certamente il modo di produrre la «sopressa» a Marone è in un certo senso unico. Ecco perché stasera, dopo due anni di lavoro tra burocrazia e ricerca sul campo, la Giunta presenterà in Consiglio Comunale la costituzione del marchio De.Co. sull’insaccato. «Si tratta di un progetto che mira a promuovere le tipicità del territorio e a proporle anche fuori dai confini comunali - ha spiegato il primo cittadino Alessio Rinaldi - siamo il primo Comune sul Sebino ad ottenere questa denominazione di origine, ovvero un marchio di garanzia che valorizza oltre il prodotto, anche il lavoro di chi lo realizza».

La «sopressa» maronese, come spiega il norcino Michele Guerini, titolare della Norcineria Carai «è un composto di carne di maiale, in cui si utilizzano le parti del capocollo e del guanciale, macinata a pezzi grossi con l’utilizzo del coltello. Viene inserita anche la lingua del suino, oltre all’impasto del salame tradizionale. Quindi un mix di spezie, con pepe, chiodi di garofano, noce moscata e cannella. Infine, si procede ad insaccarla, sempre a mano, e a legarla stretta. La produciamo in questo modo da cinque generazioni». La si può mangiare bollita, con le erbe e gli spinaci, contornata da polenta, oppure stagionata, dopo tre mesi passati in ambiente umido e fresco. «Cercavamo qualcosa che riuscisse a unire la tradizione alla promozione turistica ed enogastronomica - chiude Mauro Zanotti, assessore all’Agricoltura - il prossimo passo sarà quello di stendere e far approvare dal ministero un disciplinare, per far si che l’originalità del prodotto venga preservata». Il marchio De.Co. verrà presentato ufficialmente durante la «Festa dell'olio novello» di fine novembre.A.ROM.

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