Le pozze di accumulo diventano una trappola per la piccola fauna

di P.BAL.

Può sembrare strano, ma per gli anfibi la vita non è facile neppure quando vivono lontano da strade, fabbriche e infrastrutture in genere. Nell’ambiente naturale o parzialmente antropizzato fanno per esempio i conti con la siccità; o con interventi che si rivelano trappole. Succede sulle pendici del Guglielmo versante sebino: un’area in cui fino a non molto tempo fa era registrata anche la presenza di una specie già sull’orlo dell’estinzione, l’ululone dal ventre giallo, di cui per ora, purtroppo, si è persa ogni traccia. Ma non c’è solo la presunta estinzione di questo piccolo rospo a tenere banco. L’erpetologo bresciano Rolando Bennati, collaboratore del Museo di Scienze naturali di Brescia e membro della Societas Herpetologica italica, solleva un problema «strutturale» rispetto al quale, per ora, non ha avuto risposta. È localizzato nella malga Monte Guglielmo di Sopra e in un altro alpeggio a quota più elevata sullo stesso versante della montagna. In entrambi i casi nel passato sono state realizzate delle pozze artificiali per l’accumulo dell’acqua piovana che poi in estate viene indirizzata verso gli abbeveratoi del bestiame. Sono recintate, piuttosto profonde e rivestite in telo plastico, e all’atto della costruzione, negli invasi erano state collocate speciali reti plastiche che consentivano ai piccoli anfibi che trascorrono qui lo stadio larvale di risalire fino alla terra dopo la metamorfosi. NELLE POZZE di accumulo vanno infatti a deporre le uova rospi comuni e rane temporarie, e anche gli adulti hanno bisogno di un supporto per arrampicarsi lungo i teli di plastica che altrimenti diventano trappole; peccato però che le intemperie e il semplice passare del tempo abbiano distrutto le reti di arrampicata. Così Bennati si è rivolto alla Comunità montana del Sebino bresciano e al Comune di Zone presentando il quadro e chiedendo ormai molti mesi fa un intervento di ripristino che avrebbe costi bassissimi. Per adesso, però, il futuro degli anfibi del Guglielmo non ha avuto molto appeal sugli uffici pubblici competenti.

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