Nessuno dimentica
quel cadavere
senza nome

di Giuseppe Orizio
La lapide dedicata da Castegnato alla vittima dell’orrendo delitto
La lapide dedicata da Castegnato alla vittima dell’orrendo delitto
La lapide dedicata da Castegnato alla vittima dell’orrendo delitto
La lapide dedicata da Castegnato alla vittima dell’orrendo delitto

Il 21 maggio del 2005 a Castegnato, poco al di là delle ultime abitazioni di via Lazzaretto, un pensionato del paese, Luigi Romagnini, rinvenne in una valigia il corpo decapitato, mutilato delle mani e carbonizzato di una donna senza nome. Una vittima del racket della prostituzione. Dopo le indagini, che non portarono ad alcun risultato, e le autorizzazioni legali, l’Amministrazione comunale, d’intesa con la Parrocchia, decise di dare sepoltura nel cimitero di Castegnato alla salma della giovane donna, «affinché la tomba diventasse un monito contro l’indifferenza, per affermare il bisogno di giustizia e di tutela della dignità umana». Era martedì 29 maggio 2007.

LA STORIA di quella donna e la tratta di esseri umani che alimenta la prostituzione sono il contenuto dello spettacolo teatrale «Quando muoio io» di Gianluca de Col e Valeria Battaini dell’Associazione Teatro 19, che sabato pomeriggio alle 16 verrà proposto nella sala del Centro civico. Dopo lo spettacolo a ingresso libero, alle 18 verrà celebrata una messa nella parrocchiale al termine della quale, in corteo con le fiaccole verso il cimitero dove c’è la tomba della giovane, per ricordare tutte le vittime della tratta. L’iniziativa a Castegnato, dal titolo «Migrazione senza tratta. Si alla libertà. No alla tratta», è il frutto della collaborazione tra il Comune e molti altre realtà associative: i gruppi Unità di strada Imp-sex-Brescia e della parrocchia di Ospitaletto, il gruppo «Sulla strada» Caritas Darfo, Casa Gabriella, la Comunità Incontro, le Ancelle della Carità, la Croce Bianca Brescia e il Cosp di Mazzano, la Parrocchia di Castegnato e la Diocesi di Brescia, gli ufficio per le Missioni, per i Migranti e per l’impegno sociale, la Caritas Diocesana. Perché quella tragedia senza nome di tanti anni fa è rimasta come una ferita nelle coscienze di molti, e in molti ricordano.

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