«Nessuno tocchi la Dolomite Franchi»

di Giuseppe Zani
L’area occupata dalla Dolomite Franchi: il caso scuole e accorpamento continua a fare discutere
L’area occupata dalla Dolomite Franchi: il caso scuole e accorpamento continua a fare discutere
L’area occupata dalla Dolomite Franchi: il caso scuole e accorpamento continua a fare discutere
L’area occupata dalla Dolomite Franchi: il caso scuole e accorpamento continua a fare discutere

«La Dolomite Franchi è sicura e controllata, non la tirate in ballo per rafforzare le motivazioni a sostegno dello spostamento delle scuole elementari». Questo il succo della lettera che il sodalizio cultural-ricreativo «I Bocia de’ Franchi» - 140 fra ex dipendenti in pensione e dipendenti con almeno 25 anni di anzianità lavorativa, presieduti da Costanza Cristini - ha inviato all’amministrazione comunale di Marone lamentando che nel corso dell’ultimo consiglio convocato «in modalità aperta» si sia «data evidenza a un periodo che noi riteniamo ampiamente superato da quanto è stato fatto negli anni per rendere sostenibile la presenza di una realtà importante come lo è la Dolomite Franchi: sia per i residenti che per le persone che vi lavorano». IN AULA CONSILIARE il sindaco Alessio Rinaldi aveva spiegato di aver deciso di trasferire le scuole elementari da via Guerini a via Borgonuovo, accorpandole con le scuole medie, perché, fra le altre ragioni, «il polo scolastico unico va realizzato, come prevede la legge, il più lontano possibile dalla Dolomite Franchi». «Niente da eccepire sulla Dolomite Franchi», aveva però precisato Rinaldi. Nessun rilievo a carico del sito industriale, che si trova a ridosso non solo delle elementari, ma anche dell’asilo infantile e del centro sportivo, neppure da parte delle minoranze. Durante la discussione, tuttavia, era emerso che «nel recente passato la Dolomite Franchi ha avuto problemi di inquinamento». «OGGI AI CITTADINI di Marone - fanno notare i Bocia, gruppo che è apolitico e apartitico - è data la possibilità di svolgere attività economiche un tempo impensabili, prime fra tutte il turismo, e i lavoratori dell’azienda possono godere di quel bene prezioso che a molti purtroppo è ancora negato: un lavoro correttamente regolamentato e retribuito, svolto in ambiente lavorativo sicuro e costantemente controllato», scrivono ancora i Bocia. Immediata la risposta del sindaco Rinaldi: «Sono state numerose le occasioni pubbliche durante le quali ho potuto esprimere la mia gratitudine nei confronti dell’azienda, riconoscendole il lavoro fatto per risolvere i problemi avuti in passato in ambito ambientale - vi si legge - Non ultimo ricordo il mio intervento durante un dibattito riguardante la cementifera, a Tavernola Bergamasca, nel 2018, nel quale ho potuto parlare dell’esperienza positiva di un sindaco che ha sul proprio territorio un’azienda che è un interlocutore serio in campo ambientale e ha messo in atto tutti gli interventi possibili nel rispetto di tutte le normative, creando così un equilibrio con il proprio territorio, senza impedirne lo sviluppo turistico. Infatti Marone è passato dalle 28mila del 2015 alle 50.500 presenze turistiche del 2017, risultando così il secondo Comune per presenze del Sebino». Infine, secondo Rinaldi, l’allontanamento delle elementari dai siti industriali rientra pure nella volontà «di evitare possibili future problematiche sociali e di difendere i posti di lavoro». Basterà per placare i Bocia?. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti