Parco agricolo
di Franciacorta
il fronte del «sì»
sollecita il varo

«Dobbiamo invertire la tendenza, creando una comunità in grado di governare la Franciacorta in modo unitario e condiviso. Il rischio è che le bellezze di questo territorio conosciuto in tutto il mondo tra vent’anni saranno solo un ricordo». Bada al sodo l’Associazione Parco agricolo della Franciacorta che comincia, dopo aver lavorato sulle progettualità tecniche, a spiegare alla gente la propria idea.

«Nei prossimi giorni distribuiremo in tutta la Franciacorta un volantino e attiveremo domenica in piazza a Iseo un punto informazione in modo da illustrare ai cittadini la nostra proposta. Negli ultimi decenni - dice Silvio Parzanini, presidente dell’Associazione - la smodata espansione edilizia ne ha però stravolto l’identità. Situazione che potrebbe ulteriormente aggravarsi se tutte le aree previste in trasformazione dai Pgt vigenti (complessivamente circa 5 milioni di mq di aree oggi agricole) venissero cementificate. Con l’istituzione del Parco agricolo la Franciacorta avrebbe tutto da guadagnarci. Sarebbe un ente giuridico riconosciuto e in grado di chiedere o ottenere cospicui finanziamenti europei su progetti di tutela e rigenerazione del paesaggio».F.S.

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