Processo autovelox,
«il fatto
non sussiste»

di Giancarlo Chiari
L’autovelox «impacchettato», sulla provinciale Sp 469 a Paratico, in una  foto d’archivio del 2014
L’autovelox «impacchettato», sulla provinciale Sp 469 a Paratico, in una foto d’archivio del 2014
L’autovelox «impacchettato», sulla provinciale Sp 469 a Paratico, in una  foto d’archivio del 2014
L’autovelox «impacchettato», sulla provinciale Sp 469 a Paratico, in una foto d’archivio del 2014

Giancarlo Chiari Martedì prima delle nove il giudice monocratico Marcello Mainardi ha letto la sentenza che assolve con formula piena, «perché il fatto non sussiste» sei amministratori del Comune di Paratico, accusati di abuso d’ufficio e falso ideologico per avere installato nel 2013 un autovelox sulla strada provinciale Sp 469. «LA SENTENZA è la vittoria della giustizia e del buon senso, grazie ad un giudice attento ai valori - ha dichiarato il sindaco Carlo Tengattini, tra i sei imputati assolti -. Fossimo stati condannati potevamo ricorrere. Ma attenzione: la legge Severino per deputati e senatori vale dopo il terzo grado, ma una condanna in primo grado per gli amministratori locali comporta 18 mesi di sospensione». Sulla vicenda, il sindaco aggiunge: «Per un territorio come il nostro, con il transito di oltre 20 mila auto e camion al giorno, un autovelox servirebbe. Ma chi ci ha denunciati pensava che non servisse». La sentenza chiude una vicenda che teneva sotto scacco Paratico e anche Pralboino, i cui sindaci Carlo Tengattini e Franco Spoti (in veste di segretario comunale del municipio di Paratico) parteciparono alla delibera di collocare l’autovelox all’inizio dell’abitato di Paratico. In municipio Tengattini, ha raccontato «Quando nel marzo 2013, allora come vicesindaco di Maria Giulia Venturi, partecipai alla giunta con Francesco Pianegonda, Maria Teresa Volpini, Ugo Corna e il segretario Spoti, non credevo che scoraggiare la velocità ci avrebbe portati in tribunale. Per tutelare i soggetti deboli, avevamo già speso oltre un milione per 12 km di marciapiedi, tre rotatorie per eliminare tre incroci, due semafori a chiamata, uno intelligente. Sulla 469, dove si erano verificati 12 morti, l’unico freno ci sembrò l’autovelox». Nei primi 10 giorni di funzionamento, registrando velocità anche di 138 orari, l’apparecchio comminò alcune multe, quattro pagate e poi rimborsate per 718 euro, le altre annullate. «IN SEGUITO alla denuncia della Provincia - ricorda il sindaco - poco dopo l’installazione finì sotto sequestro: cercammo senza risultati una soluzione ai tavoli con provincia e prefetto. L’apparecchio fu dissequestrato dal Giudice del riesame, poi nel 2014 Spoti a Pralboino e io a Paratico ci candidammo e fummo eletti sindaci. Nel 2016, però siamo stati inseriti nel registro degli indagati con l’ex giunta e il comandante della Locale. Dopo l’interrogatorio il Pm rinviò tutti a giudizio, salvo Pianegonda. E finalmente è arrivata la parola fine». Tutti assolti, nessun abuso: l’autovelox però è rimasto da allora in magazzino. •

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