«Quando siamo usciti di casa il bosco ormai non esisteva più»

di Lino Febbrari
Il taglio degli alberi caduti
Il taglio degli alberi caduti
Il taglio degli alberi caduti
Il taglio degli alberi caduti

Più passano i giorni e più il bilancio dei danni si aggrava. E più ci si rende conto che è stato davvero un miracolo se la violenta forza del vento che nella serata di lunedì 29 ottobre ha devastato mezza Valcamonica, non ha causato né vittime e neppure feriti. Nell’ultima settimana si è detto delle migliaia di schianti e sradicamenti subiti dal patrimonio forestale a Sellero, Paisco, Edolo e Ponte di Legno. La panoramica dei guai provocati dal fortissimo vento si chiude con la Valsaviore, dove i tecnici del Consorzio forestale dell’alta Valcamonica stimano siano finiti a terra (o spezzati) più di diecimila alberi. Saviore ha pagato il tributo più elevato in termini di «vittime» vegetali: l’enorme quantità di abeti finiti sulle strade, ieri mattina, non aveva ancora permesso di raggiungere le località Fabrezza (alle porte della Val Salarno) e Rasega di Valle. «Ero in casa con i miei familiari - racconta Paolo Messali, proprietario di una cascina poco sopra la strada di Fabrezza dove coltiva piccoli frutti - e dal tardo pomeriggio fino a notte inoltrata abbiamo sentito solo i fortissimi rumori degli schianti. Quando ha fatto giorno, siamo usciti e il bosco non c’era più». Un territorio da sempre fragile quello della Valsaviore: non passa anno che si manifesti un dissesto idrogeologico, piccolo o grande che sia. Durante questa ondata di maltempo, per fortuna, i ripidi versanti non hanno riversato a valle massi e fanghiglia e, tutto sommato, anche i corsi d’acqua, pur ingrossati dalle piogge intense, non hanno messo in allarme la popolazione. «Non abbiamo avuto problemi di frane o esondazioni - conferma il sindaco di Saviore Matteo Tonsi -. Invece il vento ci ha messo in ginocchio: distruggendo decine e decine di ettari di boschi». Venerdì scorso anche Tonsi, come gli altri sindaci dei paesi coinvolti dalle forti precipitazioni di fine ottobre, ha incontrato a Edolo l’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi. «Nel mio intervento ho chiesto vicinanza alla Regione - conclude il primo cittadino saviorese - che si agisca al più presto per rimuovere dai boschi l’enorme quantità di legname e che si attuino interventi rapidi ed efficaci per mettere in sicurezza i territori». Anche nella vicina Cevo la tromba d’aria ha schiantato decine di piante; la più colpita la strada che sale a Musna. Ma non sono stati risparmiati la provinciale 6 (chiusa per un paio di giorni), l’area della Pineta e il dosso Disina sovrastante il paese. In alta quota la furia degli elementi naturali ha scoperchiato le strutture della malga comunale Corti. •

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