Razzie nei cimiteri, restituita la refurtiva

di G.C.C.
Statue di bronzo e frammenti disposti a terra per il riconoscimentoLa piccola folla che si è formata all’esterno del deposito di Grumello
Statue di bronzo e frammenti disposti a terra per il riconoscimentoLa piccola folla che si è formata all’esterno del deposito di Grumello
Statue di bronzo e frammenti disposti a terra per il riconoscimentoLa piccola folla che si è formata all’esterno del deposito di Grumello
Statue di bronzo e frammenti disposti a terra per il riconoscimentoLa piccola folla che si è formata all’esterno del deposito di Grumello

Sarà probabilmente necessaria una seconda giornata per consentire ai familiari di individuare frammenti o statue di bronzo rubate dalle tombe dei loro cari nei cimiteri di Castegnato, Zocco di Erbusco, Paratico, Palazzolo, Castelli Calepio, Grumello e Chiuduno. La refurtiva recuperata è stata esposta ieri dai carabinieri di Grumello sul pavimento del deposito comunale di Castelli Calepio. Davanti al capannone, fin dalle 9 del mattino, si è formata una lunga fila di persone, di tutte le età, anche mamme con bimbi nella carrozzella, che hanno atteso pazientemente, e al freddo, di entrare nel deposito, armate di denuncia e di fotografie del maltolto per il riconoscimento. All’interno i carabinieri con gli agenti della Polizia locale hanno aiutato a passare in rassegna quanto era stato recuperato nel deposito di rottami di via Palosco, a Palazzolo, intestato al 45enne R.C., che pagava il bronzo ricavato dalle statue 1,5 euro al chilogrammo. Il gruppo di residenti di Castegnato, uno degli ultimi cimiteri saccheggiati dai tre bergamaschi denunciati, residenti a Bolgare e a Castelli Calepio, era guidato dal vicesindaco Patrizia Turelli e dal comandante della Polizia locale. Giovanni Benini, sindaco di Castelli Calepio, arrivato verso le 11 e notando che la coda non accennava a ridursi, ha dichiarato che organizzerà, in accordo con i carabinieri, una seconda giornata. Una bergamasca ha indicato la foto della statua sul catalogo dello scultore Emilio Mario Locati, nato a Bergamo nel 1909 e morto a Grumello nel 1991, osservando: «Non hanno rispettato neppure il valore artistico facendola a pezzi con una trancia». TRA LE STATUE di Locati, diverse sono ormai irriconoscibili proprio perché fatte a pezzi dai chi intendeva ricavare denaro dalla vendita del bronzo. Si parla di opere costate anche 20mila euro e che difficilmente ora potranno essere restaurate. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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