Scarpette rosse sul lungolago
contro la violenza sulle donne

di Giuseppe Zani
Due scarpe, quattro sandaletti: l’omicidio di una madre e due figlieI cubotti con le scarpette rosse sul lungolago di Sale Marasino
Due scarpe, quattro sandaletti: l’omicidio di una madre e due figlieI cubotti con le scarpette rosse sul lungolago di Sale Marasino
Due scarpe, quattro sandaletti: l’omicidio di una madre e due figlieI cubotti con le scarpette rosse sul lungolago di Sale Marasino
Due scarpe, quattro sandaletti: l’omicidio di una madre e due figlieI cubotti con le scarpette rosse sul lungolago di Sale Marasino

Sale Marasino dice «No alla violenza contro le donne» con un’installazione di rosse calzature femminili che si distende per 2,5 km sul lungolago. Centosedici paia di diverse fogge che ricordano le 116 vittime di femminicidio contate in Italia nel 2016. Le scarpe sono fissate col silicone su ciascuno dei 110 cubotti di pietra che col buio illuminano a terra la pista ciclabile a margine della litoranea. Ogni cubotto, una storia atroce. Donne ammazzate dal marito o dal convivente. Madri massacrate dai figli. Bimbe uccise dal padre.

GLI AUTOMOBILISTI e i ciclisti di passaggio rallentano e capiscono al volo il significato di quella rossa infilata. Qualcuno si ferma, scatta foto, legge il foglio che, legato a una cordicella rossa, racconta la vicenda della donna cui idealmente appartenevano quelle calzature. C’è un cubotto sul quale le paia posate sono addirittura tre: la doppia coppia di sandaletti di Rosanna e Giada Agrosi, 14 e 10 anni, e le scarpe a tacco basso di Rosanna Prete, 49 anni, tutte e tre freddate nel sonno il 2 novembre, a Cornigliano, da Mauro Agrosi, 49 anni, che poi ha rivolto la pistola contro se stesso. A ideare e poi realizzare l’originale installazione, in vista della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, che è sabato prossimo, 25 novembre, sono state Marinella Salghetti, Angela Legrenzi e la presidente della locale commissione Cultura e Biblioteca, Elisa Caldinelli. Già nei mesi scorsi il gruppo formatosi attorno alle tre amiche ha cominciato a mettere da parte scarpe da donna attingendo ai depositi della cooperativa Cauto e della Cogeme.

L’altro ieri, anche con l’aiuto della Pro loco, si è cominciato ad allestire l’installazione. Resterà al suo posto sino al 30 novembre. «Poi, dopo 16 giorni, come il ponte di Christo, sarà smantellata», scherza la Caldinelli. Qualcuno, per la verità, ha pensato bene di iniziare da subito facendo sparire nottetempo qualche paio di scarpe, al mattino, però, sono state prontamente sostituite. Intenso il programma del 25 novembre: al mattino una camminata con attrezzatura fornita dal gruppo Nordic Walking Sebino; nel pomeriggio e in serata una «touche» contro la violenza sulle donne a cura di Sebino Shark Rugby e 2H Scorpions, una dimostrazione di autodifesa e uno spettacolo di danza. Venerdì 1 dicembre, infine, nell’ex chiesa dei Disciplini, alle 20,30, la Lanterna Teatrale di Marone metterà in scena «L’appartamento delle donne». Commenta la sindaca Marisa Zanotti: «Da come tratta le donne si misura il grado di civiltà di un Paese: contrastare il fenomeno della violenza sulle donne è una battaglia che riguarda anche gli uomini».

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