Sgomberati da Zone
«Rifiutavano
di integrarsi»

di Giuseppe Zani
Profughi: a Zone è stato trasferito il gruppo entrato in rotta di collisione con l’amministrazione comunale
Profughi: a Zone è stato trasferito il gruppo entrato in rotta di collisione con l’amministrazione comunale
Profughi: a Zone è stato trasferito il gruppo entrato in rotta di collisione con l’amministrazione comunale
Profughi: a Zone è stato trasferito il gruppo entrato in rotta di collisione con l’amministrazione comunale

Adesso l’ostello Trentapassi di Zone è vuoto. Ieri i ventidue richiedenti asilo che vi erano ospiti hanno lasciato il paese delle piramidi d’erosione. Tutto è avvenuto senza tensioni manifeste.

I PROFUGHI erano stati informati in mattinata del trasloco in programma nel pomeriggio. Il tempo di radunare i pochi effetti personali, un pasto mangiato di malavoglia, poi l’imbarco sull’autobus. A eseguire lo sgombero, i carabinieri che fanno capo alla compagnia di Chiari. I 22 africani, d’età compresa fra i 18 e i 25 anni, sono stati portati in un’altra struttura di accoglienza, da dove saranno poi smistati in varie direzioni. «A me dispiace sul piano umano, perché questo provvedimento può avere il sapore di una punizione, ma non si poteva transigere sul versante dell’autorevolezza- dice Marco Zatti, sindaco di Zone-. Ne arriveranno altri, di profughi. Si riparte da zero. Spero che col nuovo gruppo si instauri un clima di reciproca collaborazione». Era stato il sindaco Zatti, amareggiato perché nessuno dei 24 richiedenti asilo presenti a Zone aveva lo scorso 15 giugno accettato di dare una mano a pulire il sentiero delle piramidi d‘erosione, a chiedere per iscritto al prefetto Annunziato Vardé di intervenire, allontanando alcuni dei soggetti che all’ostello Trentapassi condizionavano le scelte del gruppo con posizioni intransigenti. Quindici giorni fa c’è stato in prefettura un incontro tra Zatti e Vardé, durante il quale si è deciso di trasferire altrove tutti e 24 i richiedenti protezione di Zone, rimpiazzandoli con nuovi venuti.

IL RICAMBIO è cominciato con l’allontanamento di due giovani che avevano perso i requisiti per ottenere il diritto all’accoglienza, ma poi tutto si è bloccato per le vivaci proteste degli interessati. Non c’è stata nessuna violenza, ma la tensione l’altro ieri nell’ostello aveva richiesto l’intervento dei carabinieri e dello stesso sindaco Zatti. «Al mattino mi ha telefonato il prefetto Vardé, assicurandomi che avrebbe dato corso a quanto concordato fra noi - confida Zatti -. Mi ha fatto piacere. Non cerco di visibilità. Non voglio che si strumentalizzi questa vicenda. Spero però che con l’arrivo dei nuovi profughi si parta con il piede giusto». Già pronta un’altra lettera da inviare al prefetto: «Innanzitutto, vi chiedo di ridurre il numero degli ospiti da destinare a Zone: 24 sono troppi. E poi vi propongo la firma di una convenzione tra prefettura, Comune e ostello. Lo staff che gestisce l’ostello, in particolare, deve trasmettere il messaggio che l’integrazione è un processo che si basa sul rispetto della legalità, ma richiede pure la disponibilità a essere operosi».

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