Shalom, i giudici d’Appello: «Buonanno inattendibile»

Assolti in Appello i due imputati
Assolti in Appello i due imputati
Assolti in Appello i due imputati
Assolti in Appello i due imputati

«La ricostruzione dei fatti così come resa da Gianmarco Buonanno si reputa inattendibile anche nella parte riguardante l’ingresso in comunità che invece è stata ritenuta affidabile dal tribunale sul presupposto che essa sia sorretta dai riscontri». Così i giudici della prima sezione della Corte d’appello di Brescia motivano la loro decisione di assolvere Marco Belotti e Luca Fucci dall’accusa di sequestro di persona per avere impedito a Gianmarco Buonanno di lasciare autonomamente la Comunità di recupero Shalom quando il 19 marzo del 2009 era entrato nella struttura fondata a Palazzolo da suor Rosa Ravasio. I DUE, entrambi ospiti da tempo nella comunità, erano stati gli unici degli imputati a uscire con una condanna dal processo di primo grado per i presunti maltrattamenti subiti nel tempo da alcuni dei ragazzi presi in carico dalla struttura. Entrambi erano stati condannati a 4 mesi di carcere. In Appello la sentenza è stata ribaltata e i due sono stati assolti perché «il fatto non sussiste». AD ACCUSARLI era stato proprio Gianmarco Buonanno, il figlio dell’ex procuratore capo di Brescia. In primo grado il ragazzo sull'episodio era stato ritenuto credibile. Per i giudici della Corte d’appello, come si legge nelle 23 pagine di motivazioni depositate nei giorni scorsi, la testimonianza di Buonanno davanti al tribunale «mostra più di una contraddizione rispetto a quanto narrato sul punto nella fase delle indagini preliminari». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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