Sigilli alla moschea:
il sindaco Cominassi
respinge le accuse

Il sindaco di Castegnato replica all’accusa di incapacità delle opposizioni, che hanno chiesto anche le sue dimissioni, in merito alla vicenda della moschea-centro culturale in via Verginello, alla quale sono stati posti i sigilli.

Gianluca Cominassi ricostruisce la vicenda dal giugno 2015, quando la Polizia municipale effettua una serie di sopralluoghi, dopo che l’Associazione culturale «Faizan e Madina Al Shafi», con sede in via Verginello 14, ha iniziato la sua attività.

«CON L’ASSESSORE alla sicurezza nonché vicesindaco Patrizia Turelli abbiamo inviato una diffida al gestore - scrive il sindaco - ricordando che la comunicazione di inizio attività faceva esplicito riferimento all’associazionismo e non ad eventuali luoghi di culto o altri fini. A tale diffida, il presidente dell’associazione rispose rassicurando circa le loro finalità»

«Da allora in avanti –continua Cominassi - si sono susseguiti controlli e sopralluoghi da parte della Polizia locale in coordinazione con il comando dei carabinieri di Ospitaletto e di Chiari; gli stessi carabinieri vennero più volte in Comune per recuperare la documentazione necessaria alle loro indagini tant’è che è agli atti uno scritto nel quale ringraziano per la collaborazione prestata e raccomandano di disporre della documentazione in maniera assolutamente riservata. Questo nell’estate 2016».

L’ATTIVITÀ di indagine delle forze dell’ordine, come riportato da Bresciaoggi, ha portato al decreto di sequestro preventivo del Centro culturale, ma l’attività di intelligence sta procedendo e di ciò l’amministrazione comunale di Castegnato, per voce del sindaco, si dice soddisfatta.

«Respingiamo con forza - concluide il primo cittadino - le accusa di lassismo e di negligenza da parte della minoranza, perché non si è mai fidata delle risposte avute nel corso delle interrogazioni consiliari che ci sono state poste sul tema. Per noi - conclude il sindaco Cominassi - la legge ha un valore e finché non vi sarà una sentenza definitiva è doveroso rispettare il segreto istruttorio». G.O.

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