Sos alghe, ultimatum dell’Autorità di bacino

di Giuseppe Zani
Le alghe che ormai hanno conquistato il basso lago: eliminarle si sta rivelando un’impresa impossibile
Le alghe che ormai hanno conquistato il basso lago: eliminarle si sta rivelando un’impresa impossibile
Le alghe che ormai hanno conquistato il basso lago: eliminarle si sta rivelando un’impresa impossibile
Le alghe che ormai hanno conquistato il basso lago: eliminarle si sta rivelando un’impresa impossibile

Battere le alghe? Missione impossibile, al presente. In assenza di fatti nuovi e concreti, «saremo costretti ad attivare entro il 31 agosto le procedure per il recesso dalla convenzione in atto per la pulizia superficiale del lago d’Iseo, con effetto dal 1° gennaio 2018». Lo scrive in una lettera inviata ieri alle Province di Brescia e Bergamo - e per conoscenza al presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni e ai sindaci del ’G16’ - il presidente dell’Autorità di bacino, Giuseppe Tobias Faccanoni.

UNA LETTERA che fa il paio con quella redatta mercoledì dai tre consiglieri comunali di «Iseo civica», in minoranza, che han chiesto di «congelare temporaneamente» il protocollo d’intesa Regione-G16, quello che prevede di investire nel dopo-Christo 20 milioni di euro per il turismo sebino, «in attesa di reperire risorse per risolvere il problema ricorrente dell’invasione delle alghe che affligge principalmente a Clusane».

«La proliferazione di macrofite sul lago d’Iseo - esordisce Faccanoni - ha assunto proporzioni forse superiori a quelle disastrose del 2015». Un’affermazione che dice tutta la gravità del momento. I mezzi d’opera in dotazione e i fondi previsti per la gestione del servizio, invariati da anni nonostante si siano sempre dimostrati insufficienti a evitare l’emergenza, si sono dimostrati incapaci, secondo Faccanoni, a fronteggiare la situazione attuale. «Stiamo lavorando sette giorni su sette - continua la missiva -, anche di notte, per cercare di arginare il fenomeno e abbiamo reperito personale e mezzi di trasporto in più per sveltire la raccolta: abbiamo fatto e stiamo facendo tutto il possibile che la convenzione in atto permettesse e che il personale possa fare in condizioni di sicurezza. Non basta». Da tempo, a dire di Faccanoni, l’Autorità di bacino ha elaborato e trasmesso alle Province e alla Regione proposte e piani d’azione che permettessero una gestione soddisfacente del servizio o, quantomeno, di prevenire l’emergenza, senza peraltro ottenere risposte concrete. «Tutto ciò che abbiamo ottenuto - precisa Faccanoni -, grazie all’interessamento dell’assessore regionale Alessandro Sorte, è stato un contributo una tantum di 150mila euro per l’emergenza del 2015. Ci rendiamo conto delle difficoltà economiche attuali, per cui ancora aspettiamo dalle Province il saldo del 2016 e l’acconto del 2017, ma chiediamo quale sia l’intenzione delle istituzioni per l’immediato e per il prossimo futuro».

Un piano di intervento, per la verità, Faccanoni e suoi collaboratori l’hanno da tempo presentato ai loro interlocutori istituzionali. Prevede un esborso di 1,6 milioni di euro per dotare il servizio di attrezzature più moderne, in particolare di un nuovo battello-spazzino che sia in grado di raccogliere più alghe, di strizzarle e compattarle in modo di ridurne il volume e i costi di smaltimento. Nei giorni scorsi la Regione ha dato la sua disponibilità a incaricare con una spesa di 50mila euro dei professionisti che studino come integrare in chiave preventiva il piano d’intervento dell’Autorità di bacino.

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