Spari nel mucchio: la mattanza dei rapaci

di Paolo Baldi
La poiana abbattuta nelle campagne tra Pontoglio e Urago d’OglioLa poiana di Sale Marasino
La poiana abbattuta nelle campagne tra Pontoglio e Urago d’OglioLa poiana di Sale Marasino
La poiana abbattuta nelle campagne tra Pontoglio e Urago d’OglioLa poiana di Sale Marasino
La poiana abbattuta nelle campagne tra Pontoglio e Urago d’OglioLa poiana di Sale Marasino

Le ultime due puntate di un infinito tiro a segno illegale risalgono a poche ore fa, con il ritrovamento in entrambi i casi di poiane prese a fucilate. La prima dovrebbe cavarsela; per la seconda ogni soccorso è stato inutile: non è arrivata in tempo in un ambulatorio veterinario. È una storia infinita quella dei rapaci presi di mira nel Bresciano durante la stagione della caccia. Una storia con un capitolo recentissimo che è stato scritto la scorsa settimana a Sale Marasino. Per una coincidenza che ha dell’incredibile, l’ennesimo uccello da preda abbattuto è atterrato a pochi metri dall’ ambulatorio veterinario della dottoressa Veronica Turla. Sembrava in condizioni discrete, ma non era in grado di volare. Così, la poiana è stata sottoposta subito a una radiografia che ha reso ufficiali le apparenze: oltre ad aver centrato il ventre, alcuni pallini di grosse dimensioni avevano provocato una lesione tra tibia e metatarso della zampa sinistra. Dopo le prime cure, la poiana è stata consegnata alla Polizia provinciale per il trasferimento in un Centro per il recupero degli animali selvatici, ma prima c’è stato anche l’intervento di un veterinario della sanità pubblica che, dopo aver certificato il ferimento, ha presentato una denuncia contro ignoti ai carabinieri forestali della stazione di Iseo affinché indaghino sull’episodio; non il primo del genere in quella zona del Sebino bresciano. Diversa la sorte di un’altra poiana recuperata domenica da un privato cittadino nella campagna tra Pontoglio e Urago d’Oglio, vicino alla cascina Loc Nöf. Consegnata prima a una guardia ecologica volontaria e subito dopo alle guardie volontarie del Wwf in servizio di vigilanza venatoria, è morta per l’effetto delle fucilate ricevute prima che si potesse tentare qualsiasi cura. LE ULTIME puntate di una fucileria indiscriminata riassunta in modo parziale (è chiaro che molti esemplari abbattuti non vengono neppure ritrovati) dall’elenco dei rapaci (e non solo) recuperati ancora vivi e trasportati nei Cras di Valpredina e di Paspardo dalla Polizia provinciale. Dall’inizio della stagione di caccia, tra lodolai, gheppi, poiane, gufi comuni e civette, gli uccelli rigorosamente protetti sparati nel Bresciano sono stati 33, 34 con la poiana di Pontoglio (13 soccorsi dal Cras di Paspardo e 20 da quello bergamasco di Valpredina), e in più, le fucilate illegali hanno centrato anche una gru comune, una nitticora, un airone cenerino e un cigno reale. •

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