Spuntano chiazze nel
Sebino. Indiziate le
«ancore» di Christo

di Giuseppe Zani
Le chiazze fotografate da Legambiente nello specchio d’acqua tra Sulzano, Montisola e Isola San Carlo
Le chiazze fotografate da Legambiente nello specchio d’acqua tra Sulzano, Montisola e Isola San Carlo
Le chiazze fotografate da Legambiente nello specchio d’acqua tra Sulzano, Montisola e Isola San Carlo
Le chiazze fotografate da Legambiente nello specchio d’acqua tra Sulzano, Montisola e Isola San Carlo

Sono comparse delle chiazze nel Sebino, e c’è chi ipotizza un possibile nesso con la rimozione dei blocchi di cemento che ancoravano al fondale la passerella di Christo.

A RITENERE almeno verosimile questa possibilità è Dario Balotta, presidente del circolo di Legambiente Basso Sebino, tra i primi a lanciare l’allarme sulle «macchie di color rosso verdastro», così scrive, comparse tra Sulzano, Peschiera Maraglio, l’isoletta di San Paolo e la base dell’Associazione nautica sebina, nel golfo di Vertine.

«Il temporale scatenatosi nella notte tra lunedì e martedì ha un poco ripulito il lago, ma nel tardo pomeriggio di lunedì - racconta Balotta, che evidentemente stava sul chi vive e, allertato da un suo associato, se n’è uscito in barca per un giro di ispezione - le chiazze erano molto diffuse, anche se sfilacciate, non compatte, nel triangolo in cui erano stati installati i pontili galleggianti e dove da qualche giorno stanno recuperando gli ancoraggi in calcestruzzo al centro di un vivace dibattito sin dai primi di giugno».

Già allora, infatti, il professor Marco Pilotti, docente di Idraulica alla facoltà di Ingegneria di Brescia, aveva consigliato di lasciare per sempre quei blocchi di cemento sul fondo, a una profondità di circa 90 metri, onde evitare di sollevare sedimenti contenenti una quantità di fosforo 15 volte superiore a quella dell’acqua in superficie.

ALTRI ESPERTI interpellati da Legambiente, riferisce Balotta, «hanno poi confermato che non vi è nulla di peggio che smuovere i sedimenti del lago rimettendoli in circolo e favorendo così il bioaccumulo degli inquinanti in essi concentrati, a partire dai metalli pesanti e dai pop, acronimo di “persistent organic pollutants“, sostanze molto resistenti alla decomposizione».

Già, ma le chiazze in questione non potrebbero essere invece fioriture algali, dovute al gran caldo dei giorni scorsi? «Lo escludo - taglia corto Balotta -. Quest’estate è stata temperata, ha piovuto spesso, l’acqua del lago non ha raggiunto temperature tali da innescare i cosiddetti “bloom algali“. Lunedì, poi, ho raggiunto con la barca il braccio di lago antistante Tavernola Bergamasca, più a Nord: nessuna macchia, là».

Balotta, molto attivo sui social, ha postato ieri su Fb il suo scoop. Ora bisognerà approfondire. «Tutto questo non sarebbe successo se, in vista dell’installazione della passerella di Christo, fosse stata eseguita una valutazione di impatto ambientale. Se ne è invece esclusa la necessità per accelerare la realizzazione del manufatto. Legambiente, comunque, segnalerà l’inconveniente all’Arpa».

Suggerimenti