Stop all’«acqua del sindaco»
Al Tar il Comune esce sconfitto

di Giuseppe Zani
Marone: i giudici dicono «stop» alla gestione autonoma del servizio idrico da parte del Comune
Marone: i giudici dicono «stop» alla gestione autonoma del servizio idrico da parte del Comune
Marone: i giudici dicono «stop» alla gestione autonoma del servizio idrico da parte del Comune
Marone: i giudici dicono «stop» alla gestione autonoma del servizio idrico da parte del Comune

Marone non può continuare a gestire in forma autonoma il servizio idrico. Lo ha deciso la prima sezione del Tar di Brescia - presidente Giorgio Calderoni, estensore Mauro Pedron, consigliere Mara Bertagnolli - con una sentenza pubblicata ieri e relativa alla camera di consiglio svoltasi lo scorso 14 dicembre.

TRE MESI per esaminare i pro e i contro e stendere una pronuncia dicono quanto la materia sia complessa.

Nel caso di Marone il Tar, che il 27 ottobre 2016 aveva accolto la domanda di sospensione cautelare, adesso ha respinto il ricorso presentato dal Comune e dato ragione all’Ufficio d’Ambito e alla Provincia di Brescia.

«Ricorreremo al Consiglio di Stato- è la reazione a caldo del sindaco Alessio Rinaldi-. Continuiamo a ritenere di avere valide ragioni per sostenere che il nostro servizio idrico è efficiente».

Il tema dell’efficienza, in effetti, è centrale nel dispositivo della sentenza: «Nel complesso - vi si legge - non appare dimostrato che con la prosecuzione della gestione autonoma vi sarebbe un utilizzo della risorsa idrica più efficiente di quello che si potrebbe ottenere con la gestione unitaria. Non appare dimostrato che l’attuale gestione autonoma abbia raggiunto livelli ottimali di efficienza».

Determinanti le considerazioni compiute dall’Ufficio d’Ambito su punti di forza e criticità che presentano l’acquedotto e un tronco di fognatura di Marone, gestiti dalla municipalizzata Sebino Servizi srl: «Le osservazioni dell’Ufficio d’Ambito - continua la sentenza- acquisite in corso di causa nel contraddittorio con il Comune, rivelano l’esigenza di importanti azioni di miglioramento. Il Comune, d’altra parte, non ha chiarito la possibilità di effettuare tutti gli investimenti necessari nel rispetto del vincolo di copertura integrale dei costi tramite tariffa».

Quando il Tar ha concesso la sospensiva, in ottobre, ha disposto nel contempo che venisse riesaminata la domanda del Comune di proseguire la gestione «in house», previa la fissazione di «parametri condivisi» di misurazione dei livelli di efficienza.

Al termine di una serrata interlocuzione con il municipio, la pagella depositata il 9 dicembre 2016 dall’Ufficio d’Ambito «ha confermato - per i magistrati- il giudizio negativo sulla prosecuzione della gestione autonoma».

La Sebino Servizi srl ha preso più insufficienze che sufficienze. Manca, in particolare, «un coerente programma di investimenti». Non solo: «il disavanzo del ramo idrico viene compensato con gli utili derivanti da altri servizi».

E ancora: «L’incremento tariffario della Sebino Servizi al termine del quadriennio 2016-2019 è stimabile nel 26,2% della tariffa 2015», mentre col gestore unico si produrrebbe un incremento del solo 17,3%. Positive, invece, le valutazioni sulla contenuta dispersione della risorsa idrica, sull’acqua di pregio delle sorgenti, sulla quota di popolazione servita dalla rete fognaria, sulla presenza di fogne separate.

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