CAPRIOLO

Sulla moschea chiusa dal Tar la Lega Nord «canta vittoria»

di Giancarlo Chiari
Il sindaco: «Non c'entra la fede, ristabilita la legalità» I tecnici municipali certificano situazioni fuori norma: «In 180 metri quadri entravano fino a 250 persone»
Il sindaco Luigi Vezzoli, a sinistra, con il segretario Paolo Formentini
Il sindaco Luigi Vezzoli, a sinistra, con il segretario Paolo Formentini
Il sindaco Luigi Vezzoli, a sinistra, con il segretario Paolo Formentini
Il sindaco Luigi Vezzoli, a sinistra, con il segretario Paolo Formentini

Canta vittoria la Lega Nord, dopo che il Tar ha dato ragione al Comune di Capriolo sul caso dell'immobile di via Roma. Lo spazio, lo ricordiamo, era stato adibito a luogo di culto per la religione musulmana, e non a «ufficio di consulenza» come era stato invece dichiarato dal conduttore.
Ne erano scaturiti l'ordinanza del sindaco per il ripristino della destinazione d'uso, e il ricorso di un'associazione culturale che rappresenta gli immigrati di fede islamica. Di fronte al Tar, infine, ha prevalso la «linea» del Comune.
È SODDISFATTO il sindaco di Capriolo, Luigi Vezzoli: «È illegale utilizzare come luogo di culto un immobile destinato a ufficio di consulenza. Dopo le proteste dei cittadini ho fatto intervenire Polizia locale e Ufficio tecnico, che hanno accertato l'abuso. Grazie al loro lavoro e a quello dei carabinieri, la moschea è stata chiusa e il Tar ci ha dato ragione».
Su come si è svolta la vicenda, ieri in conferenza stampa, sono intervenute anche Marinka Pezzoni, comandante della Polizia locale, ed Emanuela Lamberti, capo ufficio tecnico. «Dalle ispezioni effettuate - hanno affermato concordi - è emerso che nei 180 metri quadri di via Roma, dove si riunivano fini a 250 persone, mancavano le normali dotazioni di sicurezza e le uscite antincendio. Il mancato ripristino degli ambienti, che era stato richiesto, ha reso necessaria l'ordinanza».
LA VICENDA era iniziata a giugno, quando l'associazione aveva lasciato la sede di Paratico per venire ad affittare i 180 metri di via Roma, dichiarandone la destinazione a servizi di consulenza per gli stranieri, che a Capriolo sono circa 1300, dei quali circa 800 di religione islamica. Ma non si era parlato di moschee. Il sindaco Luigi Vezzoli ha chiarito quindi di essere intervenuto non per motivi religiosi, ma per il ripristino delle legalità.
La sentenza del Tar è stata salutata come una vittoria dalla Lega Nord, che amministra Capriolo: Paolo Formentini, segretario provinciale, e Stefano Borghesi, segretario vicario nazionale, hanno affermato: «Nel momento di emergenza che si sta vivendo in tutta Europa, è sorprendente che qualcuno utilizzi questo argomento per fare polemica politica contro chi vuole solo far rispettare le leggi. A Capriolo gli amministratori si sono opposti nei termini sanciti dalla legge, che è laica e non conosce colore politico».

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