«Troppe le tinche dall’estero» L’incubatoio si mette al lavoro

di Giuseppe Zani
Le campane in cui vengono fatte schiudere le uova
Le campane in cui vengono fatte schiudere le uova
Le campane in cui vengono fatte schiudere le uova
Le campane in cui vengono fatte schiudere le uova

È iniziata nel Basso Sebino la cattura a scopo riproduttivo di esemplari di tinca; è la prima volta che uova fecondate di questo pesce sono conferite all’incubatoio di Clusane d’Iseo. L’accrescimento intensivo delle tinche era stato sperimentato con successo nell’impianto ittico gestito per conto della Provincia da Andrea Bocchio a margine della «buca» di sua proprietà, nel parco delle Polle, a Clusane. Poi, nel 2004, quell’impianto è stato chiuso. Da allora, niente più semine di avannotti di tinca nel lago. COL RISULTATO che i ciprinidi sebini si sono rarefatti e per di più, essendo di pezzatura troppo grossa, sono inutilizzabili per la ricetta che ha fatto la fortuna di Clusane. Infatti, le tinche che arrivano sulle tavole dei ristoranti clusanesi provengono dal lago di Bolsena e persino da laghi stranieri. Lo scorso anno l’Otc, l’associazione che cura l’immagine e gli interessi degli operatori turistici clusanesi, avanzò la seguente richiesta: «Abbiamo avviato la procedura per ottenere la Denominazione comunale per la ricetta della tinca al forno con polenta - disse il presidente Davide Gatti -. Vorremmo poter estendere questo marchio di qualità anche alla materia prima». Richiesta finalmente ascoltata. Nei giorni scorsi la Regione, in deroga al divieto vigente durante il periodo di fregola della tinca, e cioè dal 15 maggio al 30 giugno, ha autorizzato la Polizia provinciale a catturare degli esemplari riproduttori allo scopo di spremerne e fecondarne le uova conferendole poi all’incubatoio di Clusane. Quattro le barche di pescatori clusanesi impegnate da qualche sera in questa operazione. «Le femmine pescate nelle prime sere, alcune delle quali sopra i 2 kg di peso, non erano ancora pronte a rilasciare le uova - racconta Tita Bosio, ex guardiapesca, ora in pensione, volontario che collabora al buon esito della campagna ittiogenica della tinca -. Le piogge dei giorni scorsi hanno mantenuto l’acqua del lago fredda e così hanno rinviato la fregola. Riproveremo. I pescatori di Clusane mi hanno dato la loro disponibilità a insistere anche dopo il 1° luglio, quando la pesca della tinca tornerà libera». Nell’impianto di Clusane le bottiglie in cui saranno cullate le uova sono già pronte. Pronti anche i volontari dell’Associazione pescatori Sebino-Franciacorta che ne cureranno la chiusa. Ogni litro di uova di tinca contiene 120mila unità. «Ora che la temperatura si è alzata gli avannotti nasceranno in tre o quattro giorni - assicura Tita Bosio -. Poi si passerà alla loro semina nella zone del Basso lago in cui le piante acquatiche hanno formato delle autentiche praterie». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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