«Soltanto la verità può rendere meno assurda la morte di Gino»

Il sagrato gremito di persone prima ancora dell’arrivo del feretro Fabrizio: il figlio della vittima L’inchino degli operatori dei  Volontari del Garda a Gino Zanardini Agenti della Polizia locale in alta uniforme hanno scortato il corteoLe delegazioni delle associazioni hanno reso omaggio al 61enne
Il sagrato gremito di persone prima ancora dell’arrivo del feretro Fabrizio: il figlio della vittima L’inchino degli operatori dei Volontari del Garda a Gino Zanardini Agenti della Polizia locale in alta uniforme hanno scortato il corteoLe delegazioni delle associazioni hanno reso omaggio al 61enne
Il sagrato gremito di persone prima ancora dell’arrivo del feretro Fabrizio: il figlio della vittima L’inchino degli operatori dei  Volontari del Garda a Gino Zanardini Agenti della Polizia locale in alta uniforme hanno scortato il corteoLe delegazioni delle associazioni hanno reso omaggio al 61enne
Il sagrato gremito di persone prima ancora dell’arrivo del feretro Fabrizio: il figlio della vittima L’inchino degli operatori dei Volontari del Garda a Gino Zanardini Agenti della Polizia locale in alta uniforme hanno scortato il corteoLe delegazioni delle associazioni hanno reso omaggio al 61enne

Luciano Scarpetta «Verità». L’hanno idealmente invocata le mille persone che ieri hanno abbracciato per l’ultima volta Gino Zanardini, il vicecomandante della Polizia locale di Toscolano Maderno ucciso da una roccia caduta dal crinale che sovrasta la passerella di Covoli. I funerali celebrati a Gargnano hanno parlato della generosità di Gino che ha donato gli organi, ma anche di una tragedia su cui restano molti punti oscuri. QUANDO IL FERETRO è arrivato sul sagrato è stato accolto da un silenzio irreale, infranto poco dopo dalle note della Banda cittadina «Verdi» diretta dal maestro Walter Rosa. Tra gli strumentisti anche il figlio della vittima Fabrizio che ha voluto suonare per il papà, anche lui membro del complesso. Nella chiesa erano presenti tutte le istituzioni amministrative, civili, religiose e sociali dell’alto Garda: i sindaci del comprensorio e i colleghi dei comandi di Polizia locale di mezzo lago. Dietro il feretro le delegazioni della Comunità del Garda, dell’Aido, degli Alpini della sezione Monte Suello di Salò guidati dal presidente Sergio Poinelli. Sul sagrato anche carabinieri forestali, agenti di polizia e operatori dei Volontari del Garda. «Solo la verità può rendere meno assurda questa tragedia - è stato ripetuto durante i funerali -. Gino era una persona che ha affrontato la vita e il servizio con serietà, impegno, umanità e gentilezza». Un concetto espresso più volte da don Carlo Moro e don Giuseppe Mattanza, parroci di Gargnano e Tignale con esplicito riferimento anche al riconoscimento conferito nel 2015 dalla Regione a Gino Zanardini per aver salvato un aspirante suicida. «Questa presenza così numerosa – ha osservato don Carlo Moro – attesta la stima e l’affetto ad una persona affabile e generosa, appassionato della sua professione. Aveva anche collaborato come volontario – ha ricordato il sacerdote – e questo amore non si esaurisce nel periodo terreno. Oggi più che mai dobbiamo ricordare il dono della fede e la presenza del Signore anche in questa drammatica circostanza. Cosa comprendiamo della vita? E’ un mistero, la voce di un sottile silenzio». NEPPURE NEL GIORNO dei funerali, gli accertamenti disposti dal pm Antonio Bassolino che indaga per omicidio colposo, si sono fermati. Dopo l’ultimo sopralluogo degli inquirenti il Comune ha parzialmente revocato l’ordinanza che prevedeva la chiusura totale della Valle delle Cartiere. Da domani l’itinerario sarà accessibile fino a Luseti mentre resta interdetta la passerella teatro della tragedia su cui le persone che hanno voluto bene a Gino Zanardini chiedono verità. •

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