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DESENZANO
"Noi, con i prezzi da gran turismo"

di Francesco Apostoli
Il camper a Desenzano
Il camper a Desenzano
Il camper a Desenzano
Il camper a Desenzano

Desenzano vista dai desenzanesi. Tra le bancarelle del mercato la seconda cittadina della provincia assume una fisionomia assai articolata. La convinzione diffusa, una solida certezza, è che «in fondo - concordano praticamente tutti - qui si vive bene». Non mancano però osservazioni e critiche rivolte alle ultime amministrazioni per la gestione - per esempio - delle proposte culturali («inesistenti» secondo molti). E poi ancora piovono critiche sul costo della vita spropositato, assenza di servizi di trasporto pubblico che tenga lontano il traffico dal centro storico per passare al nodo prostituzione e sicurezza. Su quest'ultimo punto i cittadini desenzanesi si rivelano tutt'altro che superficiali: vanno oltre la fisiologica microcriminalità («in netta diminuzione rispetto a qualche anno fa») guardando con sospetto a forme emergenti di macrocriminalità di tipo mafioso e camorrista: «la vera criminalità è macro - afferma Claudio Girelli, promotore finanziario di 34 anni -. Di micro criminalità se ne vede poca in giro, anche se qualche pattuglia di polizia locale in più la sera sarebbe sicuramente meglio». IL MERCATO di Desenzano è un serpente di bancarelle che si snoda sulla linea di confine tra centro cittadino e il lungo lago e i desenzanesi si confidano volentieri al camper di Bresciaoggi e Brescia Punto Tv le proprie opinioni. «Desenzano è il fulcro del Garda» afferma orgogliosamente Marcello Righetti, 24 anni, di professione massaggiatore e fisioterapista, che aggiunge: «Io sono innamorato di Desenzano, qui non ho mai avuto problemi anche se è evidente che alcune cose non vanno: un pirlo può arrivare a costare anche 4 euro, indice di un forte aumento dei prezzi che induce la gente a comprare di meno». La questione dei prezzi, oltre che la ristorazione, condiziona inevitabilmente anche il mercato: «qui vengono pochi stranieri e molti italiani – dicono dalle bancarelle –che, è noto, comprano veramente lo stretto indispensabile poco. Il mercato di Desenzano non è redditizio come in altri centri del Garda: a Lazise o a Bardolino si fanno incassi superiori rispetto a quelli che facciamo qui». Gran parte della gente pare concorde: «grossi problemi Desenzano non ne ha», ma c'è qualcuno che aggiusta il tiro e aggiunge: «a parte qualche leghista che si sforza di trovare motivi di discussione sulle identità locali» scherza il professor Mauro Orlando, 64 anni docente di filosofia, riferendosi ai nuovi cartelli «bilingue» che da queste parti hanno suscitato non poche polemiche e che – secondo molti – «stonano» in una città dalla chiara propensione europea come Desenzano. «Cose del genere non accadono nemmeno in bassa Baviera – rincara ironicamente la dose Orlando -, è un peccato che il problema delle identità culturali, che è una cosa seria, venga affidato a persone di basso livello culturale che affrontano la questione in maniera ideologica». Scherzi a parte – per Orlando - Desenzano è un paese vivibile, «anche se spesso gli viene appioppata questa immagine patinata, lontana dalla realtà, una sorta di "Desenzano da bere"». Mancano le propose culturali «e se ci sono non vengono adeguatamente pubblicizzate – aggiunge Patrizia Pozzali, 37 anni, commessa -. Ci sono comuni limitrofi come Lonato che invece investono di più su questioni del genere». Di gente a Desenzano ce n'è comunque molta, soprattutto in questa stagione. La presenza di turisti è voce fondamentale dell'economia locale, ma tasto dolente in termini di tranquillità, soprattutto per i residenti che si lamentano degli schiamazzi notturni, ma non trovano assolutamente solidarietà tra le bancarelle del mercato e nei bar del centro: «se uno vuole stare tranquillo va a vivere in periferia e non ha problemi» taglia corto Righetti. Località turistica spesso significa anche rincaro dei prezzi. Gaetano Mascali, 70 anni, ex arbitro di serie A, parla di vero e proprio «disastro: ti "mungono" per bene e poi i soldi spariscono – dice -. C'è troppa differenza tra residenti e non residenti, io pago meno rispetto ai turisti, ma non è possibile arrivare a spendere anche 20 euro a persona per una pizza». Paola Fichera, insegnante di 51 anni, tocca anche il problema delle case che arriverebbero a costare fino a 5 – 6 mila euro al metro quadro: «non è possible – afferma – spendere 600 euro al mese, metà di uno stipendio medio, per un bilocale. Anche i generi alimentari come il pane hanno un costo elevato: è chiaro che, se un commerciante paga un affitto che è due o tre volte superiore rispetto al resto della provincia si trova costretto ad aumentare i prezzi». «Gli stessi prezzi di Milano Marittima» aggiunge Claudio Saggioro, commerciante 31enne. «Se ci fosse maggiore collaborazione tra operatori del settore, politici e cittadini le cose potrebbero migliorare. Mi sembra che l'attuale amministrazione stia seguendo questa direzione». OPINIONI discordanti sui servizi: «scadente quello dell'ufficio postale di Desenzano - affermano in molti – meglio quelli di Centenaro o di Rivoltella». Nel mirino anche l'ospedale («mancano servizi specialistici») e l'assenza di parcheggi integrati con mezzi di trasporto pubblico. «Abolirei le macchine in centro a Desenzano e farei andare tutti a piedi» aggiunge Fichera. «Desenzano è stato l'ultimo paese del Garda a far pagare i parcheggi. Adesso però i privati che hanno in mano la gestione dei posti auto a pagamento impongono tariffe troppo alte». Mascali segnala un fatto positivo: «durante la settimana ci sono parcheggi che costano 10 cents per la prima ora, è una cosa ottima perché consente a tutti di avvicinarsi al centro e sbrigare le proprie faccende senza spendere un capitale».

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