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GARGNANO
L'orgoglio a difesa di un territorio

Il mercato di Gargnano
Il mercato di Gargnano
Il mercato di Gargnano
Il mercato di Gargnano

«Siamo uno dei pochi centri gardesani che, fino ad ora, non è stato ancora eccessivamente toccato dalla cementificazione delle seconde case. Speriamo si prosegua su questa linea». Gargnano non vuole fare la fine dei comuni vicini. La recente realizzazione del centro benessere in località Roccolino non lascia ben sperare («per farlo hanno decapitato un monte» dicono i cittadini). Resta in ballo la stesura del Pgt e i cittadini chiedono a gran voce che «Gargnano riesca a trovare un equilibrio fra sviluppo e tradizione, una terza via - affermano in molti - che non ci faccia fare la fine di Toscolano». Sotto un sole da ombrellone e birretta gelata, in attesa «dell'invasione» estiva, la popolazione gargnanese si racconta tra le bancarelle del mercato. All'ordine del giorno - oltre alla salvaguardia del territorio - il problema della viabilità (Gardesana in primis) della mancanza di parcheggi, del turismo e delle scarse opportunità per i giovani.
«STIAMO bene senza troppa gente. Speriamo che il paese resti così com'è - afferma il signor Giovanni -. Se i prezzi per l'acquisto delle seconde case sono alti, tanto meglio: la bellezza di Gargnano si deve pagare cara». Leggermente differente la prospettiva secondo Mario Rossi (pensionato): «se andiamo avanti così tra qualche anno non resterà più nulla del territorio di Gargnano - afferma -. Con la costruzione del centro benessere del Roccolino hanno spianato una montagna, si fa presto a spianare ma poi non si può più tornare indietro. Si dovrebbe trovare una via di mezzo tra sviluppo e tutela del territorio».
Equilibrio necessario anche per Giuseppe Giambarda, ex tabaccaio ora battellante: «a Gargnano serve uno sviluppo moderato, meglio recuperare quello che c'è più che incentivare nuove costruzioni. Non sono contrario al progresso, nel caso del centro benessere per esempio sono state utilizzate anche tecnologie nuove per limitare l'inquinamento, ma non possiamo fare la fine di Toscolano». Ci sono «esempi da non seguire - dice Mariano Fuga, ceramista e scultore - come Salò e Toscolano che hanno utilizzato territorio in maniera sbagliata. A Gargnano non mancano piccoli segnali d'allerta come la costruzione del centro benessere che possono essere positivi dal punto di vista delle opportunità lavorative, ma diventano pericolosi se l'andazzo rimane questo. Le prossime amministrazioni dovranno utilizzare il territorio in maniera assennata mi sembra che negli ultimi anni si sia costruito un po' troppo». Ottorino Fugagnoli, pensionato e pescatore, sorride e tocca la questione del recupero dell'ex oleificio: «vedo una struttura magnifica che è ancora là ferma e non si sa cosa ne faranno. Preferirei che parte dell'edificio venisse destinata ad uso pubblico non solo appartamenti. Ci vorrebbe anche qualche locale aperto tutto l'anno perché qui d'inverno la vita è piatta». Secondo Fugagnoli il vero problema del paese sta nella lentezza dei collegamenti e nella mancanza di supermercati con prezzi abbordabili: «per la spesa giornaliera da queste parti ti "seccano il portafoglio", i ta tira de chele pache che ti bastonano» aggiunge sorridendo. Francesca Capelli, giovane mamma, si dice invece fortunata: «non ho il problema della casa. Nelle botteghe del paese - aggiunge soffermandosi sulla questione trasporti -. non conviene fare la spesa ma se devi spostarti per qualsiasi cosa bisogna fare almeno a 20 km e sulla Gardesana è davvero complicato. D'estate è impercorribile, bisogna spostarsi in orari in cui si sa di non trovare traffico: la mattina presto o la sera dopo mezzanotte». Altro problema da risolvere, il collegamento con la frazione San Giacomo. «Da qualche mese - prosegue Capelli - stanno lavorando alla manutenzione della strada, ma i tempi si sono allungati». Se d'estate ci si muove a fatica, secondo Giambarda «in generale i collegamenti sono migliorati. La Sia ha potenziato le corse su Gargnano aumentando la frequenza dei bus».
Non mancano alcuni appunti sulla vocazione turistica gargnanese. Se gli albergatori della zona - già ora - sottolineano il calo di pernottamenti rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, Giambarda invoca più «controlli nei confronti di chi affitta camere in nero penalizzando gli esercenti onesti» e, in generale esprime l'esigenza di una maggiore offerta: «Abbiamo monumenti storici notevoli, ma il turismo si evolve e dovremmo diversificare l'offerta cercando di costruire itinerari che tocchino anche il nostro fantastico entroterra». C'è pure bisogno di parcheggi «almeno per due o tre mesi all'anno. Il comune sta studiando alcune soluzioni, ma nell'immediato si potrebbe sfruttare la zona vicina all'ex Società Lago di Garda».
OTTIMO il giudizio generale sui servizi e sulla qualità della vita gargnanese: «viviamo in una zona stupenda – afferma Fuga –, il paesaggio è ancora abbastanza incontaminato, mancano però opportunità per i giovani». Anche la cultura pare un po' sacrificata: «servono più iniziative pubbliche e attività di ampio respiro - prosegue Fuga -, basta volerlo. Dovremmo provare a far rimanere i giovani a Gargnano e permettergli di vivere il paese dal punto di vista culturale, sociale e politico». Dispiace a tutti per la chiusura della scuola d'arte «è una cosa grave, ma il vero errore è stato commesso nel momento della creazione del plesso nel 1967 - conclude -. Si pensava di fare una scuola con l'intento di dare l'avvio alla produzione di souvenir in ceramica per turisti, ma qui manca la tradizione e non si può creare una realtà artigianale da un secondo all'altro».


Francesco Apostoli

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