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MANERBA
"Troppo cemento paesaggi a rischio"

di Francesco Apostoli
Al mercato di Manerba
Al mercato di Manerba
Al mercato di Manerba
Al mercato di Manerba

Alle prossime elezioni comunali, sarà probabilmente il tema della tutela del territorio a fare da ago della bilancia. Questo è per lo meno l’auspicio della popolazione manerbese che, in occasione del passaggio del Camper di Bresciaoggi, porta all’attenzione del primo cittadino e degli amministratori pubblici l’annosa questione della salvaguardia del territorio e del paesaggio, molto sentita dagli abitanti del paese gardesano che rimproverano ai rappresentanti delle istituzioni locali di «non dare il giusto peso alla questione consentendo inutili cementificazioni». Il tema ambientale è molto sentito e si manifesta in maniera articolata. Il signor Enzo Bertelli segnala un episodio curioso (per usare un eufemismo). Pare che il Comune abbia fatto installare da poco una serie di pannelli fotovoltaici sul tetto della locale scuola elementare. Tutto bene, non fosse che «sotto il tetto della stessa scuola - dice Bertelli - sono presenti lastre di amianto che andavano rimosse prima dell’installazione dei pannelli, prima di bucare la struttura con il rischio di diffondere nell’ambiente circostante la polvere cancerogena». IN SECONDO PIANO, dopo l’ambiente, altri problemi legati al traffico, alla qualità della vita e alla crisi economica che riduce il potere d’acquisto dei salari (soprattutto per pensionati e lavoratori precari): «un fattore, quello della crisi, più psicologico che reale - sostiene Franco Bianchera, 55 anni commerciante -. Il lavoro c’è sempre e comunque almeno per chi ha voglia di lavorare». Messe da parti le legittime considerazioni dei commercianti, tiene banco la «disastrosa» (a detta di molti manerbesi) e delicata questione degli abusi edilizi, dello sventramento del territorio perpetrato spesso in barba alle regole stabilite dallo Stato. Caso esemplare in questo senso è la questione Balbiana, la vicenda del sentiero collinare trasformato in una strada battuta da camion e ruspe per raggiungere un albergo in costruzione in vicolo del Poggio che, nonostante le violazioni accertate da forze dell’ordine e rappresentanti delle istituzioni, testimonia l’insieme di paradossi che riguardano il rilascio delle procedure di concessione edilizia «e soprattutto le operazioni di controllo del rispetto della legalità che - da qureste parti - non sono propriamente solerti» afferma il signor Carlo. IL RISULTATO è che, negli ultimi tre anni, almeno 100 mila metri cubi di cemento hanno invaso il territorio manerbese. «Ci vorrebbe maggiore attenzione da parte delle commissioni competenti - afferma Angelo Zani, pensionato di 71 anni -. piano piano si sta ricoprendo il territorio di cemento, se si continua in questa direzione chissà dove finiremo». Gli esempi non mancano: «Dietro casa mia - afferma Laura Arici, 29 anni, cameriera e mamma - è letteralmente sparita una buona porzione di terreno adibito a verde, un campo che, nel giro di un anno, è stato sostituito da una dozzina di villette a schiera». MANERBA, oltre ad essere una delle località più pittoresche del Benaco è anche meta turistica: «il turismo viene attratto prevalentemente dalle bellezze paesaggistiche e naturali come il parco della Rocca, non sono certo dalle villette o dai grandi residence con piscina» sottolinea Sandro Bocchio, infermiere di 46 anni. «C’è un sacco di cemento che non serve proprio a nulla - dice Federico Brioni, libero professionista 35enne -. I costruttori, sempre gli stessi, proseguono nella loro opera di cementificazione, ma alla lunga molte case rimangono vuote». Difficile stimare quante siano effettivamente le abitazioni realizzate e lasciate a sè stesse «per questo dovremo attendere il prossimo censimento - afferma il signor Guido - di sicuro si tratta di una tendenza deleteria che contribuisce a distruggere le bellezze naturali del nostro comune per favorire interessi di parte». «Dobbiamo valorizzare di più le risorse naturali - questo il suggerimento dei cittadini - a cominciare dalle spiagge». Tra le altre, Bocchio ricorda lo stato della spiaggia bianca in località Zocco: «un’area pubblica lasciata a sè stessa che alcune volte ho visto ricoperta da carcasse di animali morti. Ci vuole poco per renderla più pulita». Gli aspetti positivi della vita manebese (il «bello di vivere a Manerba») dipendono da componenti ambientali, naturali e architettoniche: il lago, il parco, il borgo vecchio: «abbiamo una bellissima chiesa parrocchiale - spiega la signora Maria Marini, pensionata di 76 anni -, ma dovrebbero fare qualcosa per le catapecchie che sorgono sul lato destro della pieve, andrebbero ristrutturate per valorizzare di più la piazza». MA CI SONO altri fattori che portano Manerba alla ribalta della cronaca, soprattutto d’estate. Si tratta dell’ormai annosa questione legata alla spiaggia dei nudisti. Multe salate sono piovute la scorsa estate sui naturisti e su tutta quella serie di “imboscati" che utilizzano anfratti e luoghi più o meno appartati per i loro passatempi (per così dire...). Tra le bancarelle c’è chi non sopporta la situazione («le autorità dovrebbero vigilare di più sul degrado della spiaggia» afferma il signor Piero) e chi invece, come Bocchio, cerca una mediazione, una sorta di compromesso: «quella dei nudisti è una nicchia di turismo che non va perduta - dice -. Dovremmo fare come in Croazia e riservare degli spazi appositi a chi pratica il naturismo». Un modo per ampliare l’offerta turistica e rivitalizzare il paese che, secondo Glaucia Campos, casalinga 39enne originaria del Brasile e sposata con un abitante del luogo, «manca di feste e allegria, d’inverno la gente vive rintanata in casa, ma in estate la situazione non migliora di certo».

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