Travolge e uccide
con l’auto lo stalker
che la perseguitava

Gli operai comunali ripuliscono l’asfalto teatro dell’investimento I carabinieri hanno appurato che Donatella Chiari ha travolto in modo del tutto accidentale il carpentiere albanese La Mercedes condotta dalla bibliotecaria aggredita nel parcheggio del centro polifunzionale FOTOLIVE
Gli operai comunali ripuliscono l’asfalto teatro dell’investimento I carabinieri hanno appurato che Donatella Chiari ha travolto in modo del tutto accidentale il carpentiere albanese La Mercedes condotta dalla bibliotecaria aggredita nel parcheggio del centro polifunzionale FOTOLIVE
La tragedia di Villongo (Fotolive)

Una tragedia «annunciata», ma stavolta le parti si sono invertite. Armato di coltello, lo stalker aveva teso un agguato potenzialmente «mortale», ma è stato travolto e ucciso dall’automobile della vittima che tentava una disperata fuga.

Il dramma si è consumato ieri mattina alle 8 in via Roma a Villongo, nel parcheggio del centro polivalente municipale dove lavora con l’incarico di bibliotecaria Donatella Chiari, 44enne ex agente della Polizia locale di Chiari. È qui che la dipendente del Comune bergamasco si trova davanti Agron Bashmeta, carpentiere di un anno più giovane di lei, domiciliato a Chiari nel quartiere San Bernardino. I due si conoscono da tempo, ma negli ultimi mesi il rapporto di amicizia si è trasformato per lui in una forma di morbosa attrazione. Con lo sguardo allucinato, impugnando un coltello a serramanico, l’immigrato si avventa contro la bibliotecaria che viene ferita all’avambraccio con un fendente. Con la forza della disperazione la 44enne risale sulla sua Mercedes monovolume, accende il motore, ingrana la retromarcia e cerca di allontanarsi. È a quel punto che in pochi istanti si consuma la disgrazia.

AGRON BASHMETA, accecato dalla rabbia, si aggrappa allo specchietto retrovisore nel tentativo di bloccare l’automobile, ma perde la presa finendo sotto le ruote della monovolume.

Nell’investimento l’albanese riporta lo sfondamento della gabbia toracica e un trauma cranico, ferite che non gli lasciano scampo. Donatella Chiari chiama subito il 112. Quando sul posto arrivano i soccorritori a bordo di un’autoambulanza dei volontari di Sarnico e di un’auto medicalizzata di Bergamo, Agron Bashmeta è agonizzante. I sanitari si prodigano per dieci interminabili minuti nel tentativo di strappare alla morte il 43enne. La speranza però evapora quando il cuore del carpentiere smette di battere per sempre.

MENTRE DONATELLA Chiari viene medicata dai volontari, i carabinieri di Sarnico avviano le indagini coordinate dal sostituto procuratore Gianluigi Dettori. Un’inchiesta « lampo», considerato che in poche ore gli inquirenti, anche grazie alla testimonianza della vittima dell’aggressione e la collaborazione dei carabinieri di Chiari, hanno ricostruito l’accaduto. Ascoltata dai carabinieri e dal pm, Donatella Chiari ha negato che fra lei e Agron Bashmeta ci sia mai stata una relazione. C’era soltanto un’amicizia. Stando alla sua versione - ritenuta attendibile dagli inquirenti -, l’albanese si era invaghito di lei, che è però è sposata ed è madre di un bambino. Anche la vittima dell’investimento era sposato con una connazionale e padre di due figli.

I DUE SI CONOSCEVANO da oltre 10 anni, ma la bibliotecaria ha chiarito di non avere mai intrecciato una relazione sentimentale. Nelle ultime settimane pare che la corte del carpentiere - dapprima velata - fosse diventata insistente, molesta e soffocante: Donatella Chiari sarebbe stata minacciata di morte con messaggi sullo smartphone sempre più frequenti.

Uno stalking che avrebbe avuto nei giorni scorsi una pericolosa escalation, fino all’episodio di domenica che ha fatto da drammatica linea spartiacque: la bibliotecaria al volante dell’auto sarebbe stata inseguita e speronata dalla Audi condotta da Bashmeta.

Donatella Chiari ha spiegato di aver raccontato tutto ai carabinieri della locale stazione, ma alla fine di non aver formalizzato la denuncia. I militari hanno convocato in caserma il 43enne per intimargli di desistere dalle molestie. Ma la situazione è precipitata: il carpentiere ha raggiunto all’alba Villongo con la sua berlina ed ha atteso l’arrivo della bibliotecaria. Poi è scattato il raptus di violenza che ha innescato la disgrazia.

SECONDO LA PROCURA di Bergamo non si configurerebbe alcun reato. Donatella Chiari non è indagata perchè, secondo il pm, stava fuggendo da un’aggressione che avrebbe potuto avere anche esiti mortali e comunque l’investimento non è stato volontario. Sulla salma dell’albanese il pubblico ministero non ha disposto l’autopsia, firmando subito il nullaosta alla sepoltura.

Cala dunque subito il sipario dal punto di vista giudiziario su una tragedia «annunciata» che ha segnato due famiglie. R.PR.

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