IL CASO. Nel mirino gli sversamenti di liquami nei corsi d’acqua e l’attività di bracconaggio

Un ripopolamento su otto
vanificato dall’inquinamento

Una campagna di ripopolamento ittico su 8 è minata dall’inquinamento
Una campagna di ripopolamento ittico su 8 è minata dall’inquinamento
Una campagna di ripopolamento ittico su 8 è minata dall’inquinamento
Una campagna di ripopolamento ittico su 8 è minata dall’inquinamento

Una gestione diretta e territoriale dei bacini idrici permetterebbe di contrastare anche tutti i fenomeni di inquinamento dei corsi d'acqua. È questo uno dei motivi principali che ha spinto l'Unione pescatori bresciani a proporsi come gestore diretto della pesca e della salvaguardia delle acque. Del resto «il vuoto burocratico di competenze dell'ultimo biennio - afferma il presidente dell'Upbs Fabrizio Oliva -, ha causato anche un aumento del bracconaggio e numerosi fenomeni di inquinamento dei fiumi e dei corsi d'acqua in generale». Gli scarichi industriali, agricoli e fognari sono tra i problemi principali per l'inquinamento dei fiumi e dei canali. Il 2017, sotto questo punto di vista, sembra essere l'anno nero.

«LA PRINCIPALE fonte di inquinamento tra fiumi e rogge è dovuta alla presenza di nitrati», ha rimarcato Domenico Rossoni di Liberapesca. Nell'anno solare, la Polizia provinciale ha redatto ben 38 verbali tra il fiume Mella ed il Chiese per sversamenti fuorileggi di reflui zootecnici.

«Una situazione che ha decimato la fauna ittica di corsi d'acqua, canali e di conseguenza anche delle rogge», ha aggiunto Rossoni. Lo stillicio di episodi di inquinamento ha minato una campagna di ripopolamento su otto. L’effetto dei disastri ambientali sui corsi d’acqua si protrae nel tempo. Basta pensare allo sversamento di liquami che quattro anni fa ha decimato la fauna ittica del canale Gambara. Nonostante gli sforzi promossi dalle istituzioni, molte specie non sono ricomparse. In un contesto del genere, l'Unione pescatori bresciani considera la «vigilanza» come un aspetto cruciale in vista della possibile gestione diretta della pesca.

«Mai come quest'anno sono stati scoperti fenomeni di inquinamento dai nostri volontari - rimarca Fabrizio Oliva -. Quindi garantire una maggiore vigilanza dei corsi d'acqua, è fondamentale per la progettazione gestionale. Già oggi, come Upbs, possiamo garantire un importante corpo di guardie volontarie che in vista di una gestione diretta potranno offrire ancora maggiore sorveglianza territoriale. Del resto devono essere i pescatori i principali difensori della natura».

OLTRE ALL'INQUINAMENTO, l'Upbs ha denunciato anche «lo smisurato aumento di centraline che sorgono come funghi su fiumi e torrenti, provocando un impoverimento indiscriminato della risorsa idrica che reca gravi danni all'ittiofauna e al paesaggio naturale. Per questo motivo servirebbe una deroga sulla costruzione di nuove centraline». V.MOR.

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