«Abbandonati
e dimenticati
da tutti»

di Luciano Ranzanici
Alcune delle ex dipendenti della NK di Nadro di Ceto durante il presidio di protesta di ieriLe proteste di fine 2015I sindaci presenti ieri al presidio
Alcune delle ex dipendenti della NK di Nadro di Ceto durante il presidio di protesta di ieriLe proteste di fine 2015I sindaci presenti ieri al presidio
Alcune delle ex dipendenti della NK di Nadro di Ceto durante il presidio di protesta di ieriLe proteste di fine 2015I sindaci presenti ieri al presidio
Alcune delle ex dipendenti della NK di Nadro di Ceto durante il presidio di protesta di ieriLe proteste di fine 2015I sindaci presenti ieri al presidio

Licenziati, ignorati e dimenticati: è la triste condizione in cui versano gli ex dipendenti della NK di Nadro di Ceto, sui quali è calato un triste silenzio da un anno e mezzo a questa parte.

Per far sapere a tutti, istituzioni, organi di informazione e sindacati, che ci sono ancora, i 72 ex lavoratori dello stabilimento della famiglia Archetti, che ha operato qui dagli anni Cinquanta e ha chiuso a fine 2015, hanno dato vita ieri pomeriggio a un presidio dimostrativo di fronte ai cancelli dell’azienda.

Una delle ex dipendenti, la combattiva Delia Bonomi, ha chiamato a raccolta colleghi e colleghe (in stragrande maggioranza queste ultime), sindaci, istituzioni, stampa e tv locali, lamentando «una latitanza» d’attenzione nei confronti del presente e soprattutto del futuro di chi alla NK ci lavorava.

ALL’APPELLO hanno risposto i sindaci di Ceto Marina Lanzetti, di Capo di Ponte Francesco Manella, di Ono San Pietro Elena Broggi, Mario Chiappini di Losine, Marzia Romano di Cerveno e Sandro Farisoglio di Breno, oltre al presidente della Comunità Montana Oliviero Valzelli e al segretario della Lega Nord di Valle Camonica Beppe Donina. La stessa Bonomi si è fatta portavoce delle difficili condizioni in cui versano gli ex dipendenti della Niggeler& Kupfer, già Manifattura di Breno. «Dopo aver ricevuto le lettere di licenziamento non abbiamo più saputo nulla, e quindi, anche per smuovere le coscienze, ci è venuta l’idea di un presidio, convinti come siamo che comunque l’unione fa la forza. Abbiamo incontrato con piacere i sindaci del circondario e il presidente della Comunità Montana, ed è invece con immenso dispiacere che abbiamo dovuto riscontrare leggendo la stampa bergamasca che il gruppo tessile della famiglia Albini sta facendo grandi utili dopo aver troncato il rapporto con la NK di Archetti, che aveva una base proprio qui a Nadro, provocando la chiusura dell’azienda e la conseguente fuoriuscita dei 72 dipendenti». Ancora Delia Bonomi si chiede: «Siamo in una situazione drammatica e per ora senza sbocchi: una mamma come me, come può insegnare ai suoi figli il rispetto e il dovere verso gli altri quando non può far nulla per pretenderlo?».

AL PRESIDIO erano presenti il segretario della Filctem Cgil comprensoriale Cristian Meloni e Fabrizio Taboni della Cisl Brescia Valle Camonica. Nei prossimi giorni i sindaci invitati si ritroveranno e potrebbe poi essere riconvocato quel tavolo istituzionale che in un recente passato non produsse alcun risultato.

Intanto la NK è stata smantellata, i locali si trovano in precarie condizioni e il complesso è stato fin qui giudicato poco appetibile imprenditorialmente; circola l’ipotesi di un insediamento connesso alla filiera agroalimentare camuna e qualcuno paventa anche una speculazione edilizia. Per ora solo illazioni poco nitide e chiacchiere incontrollate. La drammatica realtà è che la cassa degli ex dipendenti (650 euro mensili) andrà in esaurimento a febbraio del prossimo anno. E a quel punto saranno le famiglie a dover fare i conti con il presente.

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